Il «mondo dell'informazione», e «della carta stampata in particolare», ha «subito anch'esso le conseguenze della pandemia». Un «ripensamento di modello non può prescindere dalla riaffermazione dei fondamentali diritti di libertà che sono il perno della nostra Costituzione e della Ue. Prendo a prestito le parole della risoluzione che il Parlamento Ue ha dedicato alla relazione della Commissione sullo Stato di diritto, in cui viene definita centrale "la protezione della libertà e del pluralismo dei media" e "la sicurezza dei giornalisti"». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso alla cerimonia del Ventaglio ai giardini del Quirinale.
«Va assicurata –aggiunge il Capo dello Stato – la massima attenzione alla proposta annunciata dalla Commissione Europea di un provvedimento normativo per la libertà dei mezzi di espressione, così come l'annuncio della presentazione, il prossimo autunno, di una direttiva per la protezione dei giornalisti contro le azioni "bavaglio" dirette a far tacere, o a scoraggiare, le voci dei media». E ancora: «Alla cornice di sicurezza entro cui devono poter operare i giornalisti, in virtù della loro specifica funzione, si aggiunge l'esigenza di agire affinché il processo di ristrutturazione e di riorganizzazione del comparto industriale dei media non veda indebolirsi il loro contributo alla vita democratica del Paese», evidenzia Mattarella.
«Garantire rigore e autonomia significa prendere atto che ai giornalisti iscritti all'Ordine e, dunque, chiamati a svolgere un'attività racchiusa nell'ambito di specifiche regole deontologiche, vanno applicate quanto meno garanzie eguali alle categorie di lavoratori, a partire dall'ambito previdenziale, nel quale è ragionevole che valga, per la prestazione pensionistica, la garanzia pubblica assicurata a tutti i lavoratori dipendenti. Lo stesso criterio è bene che trovi applicazione in materia di ammortizzatori sociali», osserva inoltre.
«Le parole del presidente della Repubblica sul pluralismo dell'informazione e sulla necessità di proteggere il lavoro dei giornalisti rappresentano un richiamo per tutti», è il commento di Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi. «Al Capo dello Stato – proseguono – va il sentito ringraziamento della Federazione nazionale della Stampa italiana perché, come già in altre occasioni nel corso del suo mandato, ha sottolineato il ruolo fondamentale della stampa, evidenziando la necessità di garantirne rigore e autonomia, non soltanto con il rispetto delle regole deontologiche, sempre più spesso calpestate con la certezza dell'impunità, ma anche attraverso specifiche garanzie per il lavoro e per la previdenza».
L'auspicio dei vertici del sindacato «è che all'intervento del presidente della Repubblica possano seguire azioni concrete sia da parte del Parlamento, dove da tempo giacciono proposte di legge per difendere la libertà e l'autonomia dei giornalisti, sia da parte del governo. I richiami del Quirinale, uniti a quelli della Commissione europea nel rapporto sullo Stato di diritto, rendono, infatti, ineludibile, nell'ambito delle azioni per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, l'apertura di un tavolo per una riforma organica del mondo dell'informazione e del settore editoriale, necessaria – concludono Lorusso e Giulietti – per governare la fase di transizione digitale, rilanciare il mercato del lavoro e garantire la previdenza».
Al centro dell'intervento del presidente Mattarella anche la scuola, con l'esigenza di «tornare a una vita scolastica ordinata e colmare le lacune che si sono formate», il rapporto con l'Europa, il programma Next Generation e il Pnrr, con «gli interventi e le riforme programmate» che «devono adesso diventare realtà», e, naturalmente, il Covid-19, i vaccini e le polemiche sul green pass che stanno caratterizzando gli ultimi giorni. «La libertà è condizione irrinunziabile, ma chi limita oggi la nostra libertà è il virus non gli strumenti e le regole per sconfiggerlo», scandisce. Così come «importante e significativo – prosegue – è stato l'intervento della Corte Costituzionale. Confido che il Parlamento saprà completare il necessario percorso di riforma, assicurando che non si possa mettere il bavaglio alla ricerca della verità e sapendo bilanciare correttamente questo valore con la tutela della reputazione e della dignità delle persone».
Infine un «appello» alla categoria. «Nel giornalismo affiora, talvolta, l'assioma che un'affermazione non smentita va intesa come confermata», dice il Capo dello Stato. «Ad esempio, vista la diffusa abitudine di trincerarsi fantasiosamente dietro il Quirinale quando si vuole opporre un rifiuto o di evocarlo quando si avanza qualche richiesta, il Presidente della Repubblica sarebbe costretto a un esercizio davvero arduo e preminente: smentire tutte le fake news, fabbricate, sovente, con esercizi particolarmente acrobatici. Faccio appello - conclude - alla professionalità dei giornalisti e alla loro etica professionale».