«Gli attacchi personali a colleghe e colleghi che, delegate e delegati dalle redazioni, hanno espresso posizioni e temi già presenti nel dibattito assembleare interno alle testate, mostrano che il Congresso Usigrai ha colto il centro del problema: il controllo asfissiante della politica sull'informazione». Così l'esecutivo Usigrai in una nota diffusa venerdì 17 gennaio 2025.
I rappresentanti sindacali proseguono: «Si sono accorti di qualcosa i colleghi del Tempo o del Foglio? Si sono accorti delle Direzioni ad interim? Sono tre. Si sono accorti che i partiti di maggioranza disertano le riunioni della commissione di vigilanza Rai perché non hanno i numeri per imporre il nome della presidente che loro hanno indicato? O in questo scenario si accorgono solo che al Congresso Usigrai si parla liberamente di tutto?».
L’Esecutivo Usigrai ricorda poi «ai censori ad personam del nostro dibattito congressuale» che «l'Usigrai da anni chiede una riforma che liberi la Rai dal controllo di tutti i partiti e non solo di una parte, come vorrebbe far credere chi dipinge questo sindacato come un'armata rossa. E allo stesso tempo l'Usigrai chiede, insieme alla fine del precariato nei Generi e lo stop definitivo alle chiamate dirette, una selezione pubblica per giornalisti per l'accesso alla Rai come quelle del 2015 e 2021, che abbiamo voluto e sottoscritto. Riforma della legge di governance sui principi dell'European Media Freedom Act e accesso alle redazioni esclusivamente tramite una selezione pubblica e trasparente. Solo così - conclude l'Usigrai - si difende 'un zolla di giornalismo'».