Esperti delle Nazioni Unite hanno espresso «profonda preoccupazione» per le recenti decisioni della Corte costituzionale russa di rigettare i ricorsi contro le disposizioni legislative che criminalizzano «le azioni pubbliche volte a screditare le forze armate russe». Si tratta, dichiarano gli esperti Onu di un nuovo attacco alla libertà di espressione e al libero flusso delle informazioni in Russia, il cui scopo è «mettere a tacere tutti coloro che esprimono opinioni critiche sulla cosiddetta "operazione militare speciale" della Russia in Ucraina».
La legge è stata approvata poco dopo che la Russia ha invaso l'Ucraina, e sulla base di queste norme, dall'inizio della guerra, sono state arrestate quasi 20.000 persone per aver protestato contro il conflitto, mentre 7.000 persone sono state arrestate per azioni che avrebbero «screditato» le forze armate russe. Queste norme, aggiungono gli esperti Onu, si aggiungono ad una lunga serie di misure per limitare la libertà di espressione e la libertà dei media e per ridurre ulteriormente lo spazio civico nella Federazione russa.
Le Nazioni Unite sottolineano che la Corte costituzionale russa ha emesso sentenze in 24 casi, respingendo i reclami che contestano la costituzionalità della legge sul discredito delle forze armate, basando le sue decisioni sul fatto che l'uso delle forze armate e l'esercizio dei poteri da parte degli organi statali sono prerogative dello Stato. La Corte ha anche fatto riferimento al «dovere del cittadino di difendere la patria» e ai vaghi principi di «fiducia tra società e Stato», «protezione della dignità dei cittadini», «rispetto per i difensori della patria», «equilibrio dei diritti e delle responsabilità dei cittadini» e «solidarietà politica e sociale».
Gli esperti hanno sottolineato che in base a questa legge molti attivisti, giornalisti e difensori dei diritti umani stanno affrontato dure condanne che vanno dai cinque ai quindici anni di reclusione. «Chiediamo rispettosamente alla Corte costituzionale di cambiare rotta e garantire la libertà di espressione in Russia, ed esortiamo le autorità russe ad abrogare la legislazione», hanno concluso gli esperti. (Ansa, 30 agosto 2023)