«Gli imprenditori della Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg) non ci sentono o fingono di non sentire. Hanno ingaggiato una sorta di contro sciopero verso i giornalisti negando ogni confronto e, finora, qualsiasi ipotesi di discussione comune sui problemi del settore. Una linea di rottura assoluta, da resa dei conti finale, quasi carica di odio verso una categoria, quella dei giornalisti, che assicura ogni giorno la circolazione delle notizie e delle idee». Lo scrive il presidente della Fnsi Franco Siddi in un editoriale pubblicato dal mensile economico «Sardinews»
Dopo aver ricordato gli interventi del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del premier Romano Prodi, dei presidenti del Senato Franco Marini e della Camera Fausto Bertinotti, il presidente della Fnsi afferma: «Accanto all'idea di risparmiare sui costi del lavoro, gli editori perseguono il disegno di rendere marginale o nulla la contrattazione collettiva, di ampliare l'area del precariato, riducendo la quota dei giornalisti a tempo indeterminato e aumentando a dismisura contratti a termine e rapporti anomali di collaborazione coordinata (Co.co.co) che nella maggior parte dei casi nascondono forme di lavoro parasubordinato. Vogliono così riassumere su di loro - prosegue Siddi - il potere dell'informazione, circoscrivendo e ove possibile annullando le autonomie del giornalista, cui spetta l'obbligo deontologico e contrattuale di cercare e di far conoscere al pubblico con lealtà la verità dei fatti e la ricchezza delle idee che anima la vita sociale». Il presidente del sindacato dei giornalisti sostiene che gli editori «vogliono schiacciare la contrattazione collettiva del lavoro in nome di un preteso riformismo delle relazioni industriali». Siddi assicura che «il sindacato dei giornalisti non intende arrendersi senza combattere. Già costretto a diciotto giorni di sciopero, non intende arrendersi a questa idea e a quella degli editori padroni delle ferriere o caporali. E con l'obiettivo primario, comunque, di cercare un punto di riflessione - conclude il presidente dell Fnsi - per costruire insieme alla parte imprenditoriale un nuovo modello contrattuale che favorisca sviluppo e innovazione rispettando le dignità». (AGI)