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Contratti 06 Nov 2007

Siddi e il direttore generale della Fieg Brignone: "L'accordo sulla previdenza, un passo verso equilibri più avanzati utili al rinnovo del contratto"

L'intesa raggiunta tra Fieg e Fnsi, grazie alla mediazione del ministro del Lavoro Cesare Damiano, sulla previdenza dei giornalisti collaboratori e sulla stabilizzazione dei precari puo' rappresentare un primo passo verso il rinnovo del contratto di lavoro giornalistico, scaduto da quasi mille giorni.

L'intesa raggiunta tra Fieg e Fnsi, grazie alla mediazione del ministro del Lavoro Cesare Damiano, sulla previdenza dei giornalisti collaboratori e sulla stabilizzazione dei precari puo' rappresentare un primo passo verso il rinnovo del contratto di lavoro giornalistico, scaduto da quasi mille giorni.

Lo hanno ribadito i vertici di Fieg e Fnsi, a margine di un'audizione in commissione Lavoro alla Camera sul disegno di legge sul welfare che recepisce i contenuti di quell'accordo. ''Se l'accordo viene vissuto come un aiuto per svelenire il clima e trovare le condizioni per sederci a un tavolo, non abbiamo che piacere. La Fieg ha fatto la sua parte e non ha posizioni preconcette su niente'', ha detto il direttore generale della Federazione editori, Alessandro Brignone. ''Se si ragiona tra le parti, come quell'accordo dimostra, si possono raggiungere equilibri piu' avanzati'', ha sottolineato il presidente della Federazione della stampa, Franco Siddi. Quanto al ddl sul welfare, ''la nostra unica raccomandazione - ha spiegato Brignone - riguarda una piu' puntuale attuazione dei principi di quell'accordo in norme di legge, che ne definiscano aliquote, tempi e modi (affidati nell'intesa alla gestione dell'Inpgi, ndr). Questo - ha aggiunto - non incide sull'autonomia dell'Istituto di previdenza, anzi la sostiene''. Per Siddi, invece, ''serve un provvedimento urgente di copertura finanziaria per le misure per la stabilizzazione dei precari''. Siddi ha ''anche richiamato l'esigenza di una riforma degli ammortizzatori sociali: non e' pensabile che l'Inpgi continui ad assumersi l'onere di prepensionamenti, cassa integrazione, disoccupazione, in una fase in cui si moltiplicano le istanze di esodi anticipati da parte di aziende che proclamano stati di crisi o li mascherano con obiettivi di innovazione''. (ANSA)

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