«Per L'Usigrai la riforma della legge di nomina dei vertici Rai è da sempre una priorità. Bene le proposte di legge, ma serve al più presto calendarizzare il dibattito in parlamento per arrivare all'approvazione di una riforma entro la scadenza del mandato dell'attuale vertice aziendale». Lo ha detto Daniele Macheda, segretario dell'Usigrai, intervenendo alla conferenza stampa di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana che mercoledì 2 agosto 2023 hanno presentato a Montecitorio una proposta di legge di riforma del servizio pubblico radiotelevisivo.
«Il sindacato delle giornaliste e dei giornalisti Rai – ha proseguito – è pronto a dare in ogni sede, politica e sociale, il proprio contributo alla discussione e al confronto sulla riforma della legge per il servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale. I nostri suggerimenti li abbiamo formalizzati con un atto depositato al Senato già alla fine del 2021, ma anche allora, dopo decine di audizioni della commissione parlamentare che doveva elaborare il testo, il lavoro non è approdato mai in Aula».
Per Macheda, «sulla riforma non c'è tempo da perdere; anche il recente ricambio dei vertici e delle direzioni non risponde ad esigenze industriali o di prodotto ma esclusivamente alle richieste del mutato quadro parlamentare e di governo. Anche le incertezze sulle risorse determinate dalle posizioni del ministro azionista che non scioglie il nodo sull'importo e le modalità di riscossione del canone – ha concluso – sono un segnale dell'urgenza di una riforma complessiva che assicuri alla Rai la necessaria autonomia e indipendenza per essere all'esclusivo servizio di tutti i cittadini e le cittadine».
"La Rai di tutti, un bene comune", è la proposta di legge presentata da Alleanza Verdi e Sinistra. «Una legge che ha l'ambizione di provare a intervenire su almeno alcuni dei fattori che fanno ciclicamente della Rai un territorio di caccia degli interessi che nulla dovrebbero avere a che fare con il servizio pubblico», ha detto Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, durante la conferenza.
Cuore della proposta, ha poi spiegato, è ridefinire la governance del sistema indicando «anche sulla base di esperienze che vengono da altri paesi come Usa, Germania, un modello duale. Il consiglio di amministrazione, che svolge le sue funzioni, e – ha aggiunto – noi proponiamo un consiglio di indirizzo, che è costruito e composto da una vasta e plurale rappresentanza che ha l'ambizione di mettere al centro la complessità della società italiana».
Per Fratoianni, «una delle prime conseguenze dell'eventuale formazione di una proposta come questa è il superamento dell'attuale modello di controllo rappresentato dalla Commissione di vigilanza Rai, che appare sempre più obsoleta, e che oggi si trasforma in una sorta di tribunale speciale». Altra innovazione «è che il canone venga ridefinito e si paghi in misura progressiva e misurato sulle condizioni reddituali dei cittadini».
Angelo Bonelli ha quindi osservato che «questo mercimonio con cui si gestisce un bene comune, fondamentale per la nostra democrazia, com'è l'informazione, è inaccettabile. Questa iniziativa di proposta di legge non vogliamo che rimanga chiusa nel dibattito eventuale delle commissioni parlamentari».
Presente alla conferenza anche il presidente della Fnsi Vittorio di Trapani. «Iniziativa positiva perché ha il merito di riaprire il dibattito sull'urgenza di cambiare la legge sulla governance del servizio pubblico. Leggo di altre proposte in arrivo. Ma alla scadenza dell'attuale Cda manca meno di un anno, quindi l'unica strada possibile è quella di discuterne in commissione in sede legislativa. Spero quindi che nella premessa di tutte le proposte che arriveranno venga annunciata la disponibilità a dire sì alla sede deliberante», il suo auspicio.
All'iniziativa sono intervenuti anche Vincenzo Vita dell'associazione Articolo21, Marco Quaranta di Move On Italia-La Rai ai cittadini e Marino Bisso della rete NoBavaglio.