«Il Comitato di redazione di Rai Parlamento e L'Usigrai esprimono - in una nota congiunta - forte preoccupazione per l'assenza nello schema di Contratto di Servizio, appena trasmesso alle Camere, di qualsiasi riferimento ai Programmi dell'Accesso, essenziali per assicurare quel pluralismo sociale che lo stesso testo annovera tra i principi fondamentali del servizio pubblico. L'articolo 11 del nuovo Contratto, dedicato all'Informazione sulle Istituzioni, ha totalmente espunto l'obbligo della Rai, contenuto nel Contratto attualmente vigente, "a garantire l'accesso alla programmazione in favore dei partiti e dei gruppi rappresentati in Parlamento e in assemblee e consigli regionali, delle organizzazioni associative delle autonomie locali, dei sindacati nazionali, delle confessioni religiose, dei movimenti politici, degli enti e delle associazioni politiche e culturali, delle associazioni nazionali del movimento cooperativo giuridicamente riconosciute, delle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionali e regionali, dei gruppi etnici e linguistici e degli altri gruppi di rilevante interesse sociale che ne facciano richiesta"».
Il nuovo contratto di servizio, «ci auguriamo solo per una svista, non prevede esplicitamente - incalzano Cdr e Usigrai - il diritto di accesso alle associazioni e ai rappresentanti del terzo settore e della società civile, sancito dalle leggi 103/75 e dal Dpcm del 28 aprile 2017; il che rappresenta un vulnus non solo per l'attività e la storia di Rai Parlamento, ma anche per la stessa azienda e per il servizio pubblico. Uno spazio riservato ai tanti volti della società che, lo ribadiamo, legittima il ruolo di servizio pubblico della Rai. Il Comitato di redazione è ugualmente preoccupato per la mancanza nello schema del Contratto di Servizio, di qualsiasi riferimento al Canale tematico dedicato all'informazione sulle istituzioni italiane e sull'Unione europea, progetto che la Rai aveva già avviato in forza del vigente Contratto. Il Cdr di Rai Parlamento e L'Usigrai si augurano che queste criticità possano essere risolte nell'attività emendativa del testo». (Ansa, 14 luglio 2023)