In vista del primo maggio, il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, rilascia un'intervista al settimanale 'Left' in cui esprime rammarico per il fatto che l'Italia sarebbe diventata ''una Repubblica fondata, purtroppo, sul lavoro precario''.
Per questo, Bertinotti auspica ''una grande inchiesta sul lavoro'', per la quale ''con il presidente Marini e il Cnel ci stiamo adoperando molto''. Un'inchiesta, spiega Bertinotti, che dovrebbe ''coinvolgere tutti i soggetti: lavoratori, impresa, comunità scientifica''. ''Ma sarebbe utile - aggiunge - anche una seconda inchiesta che assuma il punto di vista dei lavoratori e gestita da loro''. Il presidente della Camera solleva poi il problema degli ''strumenti di comunicazione di massa come la Rai'', perché ''non basta la critica al linguaggio della televisione commerciale'', ma bisogna ''immettere nuovi contenuti e nuovi linguaggi, nuovi protagonisti''. ''Questo è un tema di lotta politica importante quanto quello del rinnovo contrattuale''. Sulla contrattazione, Bertinotti difende quella nazionale e propone in prospettiva quella europea. ''La contrattazione collettiva nazionale non si tocca'' avverte il presidente della Camera, perché ''crea appartenenza, aggregazione e diritti''. Questo ''in attesa di ciò che sarebbe veramente necessario: i contratti collettivi europei'', perché ''è evidente che parte della sfida si è spostata a livello sovranazionale''. (ANSA)