Tornerà a riunirsi nei primi giorni di gennaio (il 9) la Giunta della Federazione nazionale della stampa, con all'ordine del giorno l'esame della situazione - ed eventuali novità - in tema di rinnovo contrattuale dei giornalisti e quindi decidere nuove iniziative a sostegno della vertenza; e ciò mentre intanto una mossa del vertice Rai, legata al contratto aziendale, sembra rompere anch'essa il fronte degli editori, ovvero - come sottolinea in un'intervista all'Unità il segretario nazionale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi - "l'oltranzismo di due o tre grandi gruppi editoriali". E il segretario della Fnsi fa i nomi di Caltagirone, De Benedetti, Riffeser e Ciancio Sanfilippo.
Il contratto collettivo di lavoro è scaduto ormai da due anni, i giorni di sciopero nei quotidiani e nelle agenzie di stampa sono stati 16 da maggio scorso ad oggi, mentre sono stati 14 per le radio e le televisioni, e novità sostanziali nel confronto tra Fnsi e Fieg ancora non se ne registrano; nonostante - si fa notare in casa Fnsi – le sollecitazioni che da più parti, anche al massimo livello istituzionale, vengono rivolte agli editori per una ripresa del tavolo negoziale. E - si aggiunge - nonostante appunto la grande novità rappresentata dalla decisione del vertice Rai di voler procedere all'avvio di un tavolo negoziale di cosiddetto "secondo livello di contrattazione". Una decisione che è stata letta ed interpretata come una rottura evidente, da parte di viale Mazzini, del fronte degli editori, anche se per la verità il presidente Claudio Petruccioli e il direttore generale Claudio Cappon nell'incontro avuto il 21 dicembre con il presidente della Fieg, Boris Biancheri, avevano subito sottolineato che la loro iniziativa non intendeva pregiudicare le scelte e la condotta della Federazione degli editori sul piano della vertenza nazionale. Come pure va detto che lo stesso Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, nel prendere atto con soddisfazione della mossa dei vertici aziendali - parlando di "forte segnale di distinzione fra l'atteggiamento della Rai e quello della Federazione degli editori" - ha sostenuto che questo dialogo di secondo livello di contrattazione può sì esserci "ma senza pregiudicare minimamente la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale". A proposito sempre della mossa della Rai, nell'intervista Serventi Longhi sostiene che questa "dovrebbe" spingere la Fieg a modificare il proprio atteggiamento, considerando peraltro che "ormai diverse aziende si sono smarcate dalla rigidità della Fieg" e che "persino La Stampa e Rcs hanno fatto una cauta apertura". Solo che - aggiunge Serventi Longhi - "qui tutti pagano il prezzo dell'oltranzismo di due o tre grandi gruppi editoriali", ma "i giornalisti non possono pagare lo scotto delle pulsioni da padroni delle ferriere dei figli di imprenditori di altra natura, come i costruttori, che dettano leggi sull'informazione". Quanto al ruolo svolto dal governo in questa vicenda, il segretario della Fnsi sottolinea che sta facendo la sua parte: "spero non si faccia intimidire dagli editori...Finora non è accaduto". E il prossimo 12 gennaio è già in programma un incontro tra Fnsi e il ministro del Lavoro Damiano sul tema della previdenza, quindi sul mercato del lavoro e sul precariato nel giornalismo. (AGI)