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Internazionale 17 Mar 2015

Myanmar, prime pagine in nero per protesta dopo l'aggressione ai giornalisti ad opera della polizia birmana

Prime pagine bianche o 'oscurate' da un riquadro nero: è questa l'inedita e massiccia protesta che la stampa birmana ha deciso di inscenare per denunciare il maltrattamento dei giornalisti ad opera della polizia nel corso di una recente dimostrazione. 

Prime pagine bianche o 'oscurate' da un riquadro nero: è questa l'inedita e massiccia protesta che la stampa birmana ha deciso di inscenare per denunciare il maltrattamento dei giornalisti ad opera della polizia nel corso di una recente dimostrazione. 

Già ieri il Myanmar Post è uscito con un riquadro nero al posto della fotografia in prima pagina e a partire da oggi almeno altre dieci pubblicazioni boicotteranno i punti stampa e le conferenze governative, lasciando in bianco lo spazio che sarebbe stato dedicato al resoconto di quegli appuntamenti. Ad annunciarlo è stato Myint Kyaw (nella foto), della Rete dei Giornalisti birmani.
Il 10 marzo scorso, durante l'intervento delle forze dell'ordine in una manifestazione di protesta studentesca a Letpadan, a nord di Yangon, diversi giornalisti sono stati aggrediti. Due di loro sono stati trattenuti in stato di detenzione per tre giorni prima di essere rilasciati: uno di questi, del Myanmar Post, Nyan Lin Tun, ha denunciato di essere stato picchiato durante l'arresto.
Per protesta, i media del paese hanno anche programmato il boicottaggio di un evento all'International Press Institute a Yangon il 27-29 marzo intitolato "Verso una stampa libera". 
Gli scontri del 10 marzo sono scoppiati quando la polizia ha caricato studenti, monaci e giornalisti: il corteo era in marcia tra Mandalay e Yangon e la protesta era rivolta contro i nuovi provvedimenti legislativi in materia di istruzione. (YANGON, 17 MARZO 2015 - ADNKRONOS/DPA)

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