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Internazionale 03 Ago 2015

Messico, in migliaia in strada dopo l’uccisione del giornalista Ruben Espinosa

Ancora un giornalista ucciso in Messico, una delle zone più difficili del mondo per i cronisti. Rubén Espinosa, fotoreporter, aveva 31 anni. Il suo cadavere, insieme ai corpi di altre quattro persone, è stato trovato venerdì in un quartiere di Città del Messico. Dopo la notizia della sua morte migliaia di persone si sono riversate in strada in segno di protesta.

Ancora un giornalista ucciso in Messico, una delle zone più difficili del mondo per i cronisti. Rubén Espinosa, fotoreporter, aveva 31 anni. Il suo cadavere, insieme ai corpi di altre quattro persone, è stato trovato venerdì in un quartiere di Città del Messico. Dopo la notizia della sua morte migliaia di persone si sono riversate in strada in segno di protesta.

Giornalisti, attivisti per i diritti umani, persone comuni. In migliaia sono scesi ieri per le strade delle maggiori città del Messico per protestare contro l’omicidio di Ruben Espinosa, il fotoreporter trovato morto venerdì in un appartamento di Città del Messico insieme a quattro donne.
Il Messico si conferma, insomma, una terra difficile per i cronisti: una zona in cui, purtroppo, nulla semrba riuscire ad opporsi alla guerra che i signora della guerra hanno dichiarato ai giornalisti.
Si tratta infatti dell’ennesimo omicidio di un reporter: l’ultimo caso risale, infatti, a solo un mese fa.
Secondo quanto rivelato da Articolo 19, gruppo a difesa della libertà di stampa, Espinosa, che lavorava per il giornale investigativo 'Proceso' e per altri media, aveva lasciato Xalapa, la capitale di Veracruz, a giugno dopo aver subìto diverse minacce, rifugiandosi a Città del Messico.
Foto: www.sopitas.com

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