La Cassazione dà il via libera alle riviste periodiche di carattere tecnico e specialistico, vendute in abbonamento e non in edicola, realizzate da dipendenti ai quali le case editrici non applicano il contratto di lavoro giornalistico.
La Suprema Corte ha infatti respinto il ricorso con il quale l'ordine dei giornalisti della Lombardia ha protestato contro la sentenza emessa nel 2004 dalla Corte d'Appello di Milano nei confronti del 'Sole 24 Ore'. Con quel verdetto i giudici di merito avevano dichiarato la natura non giornalistica del periodico settimanale 'Guida al lavoro', edito dal 'Sole' e venduto in abbonamento. Adesso, dopo il deposito della decisione di piazza Cavour - contenuta nella sentenza 28519 - è ormai pacifico che i periodici specializzati, ad eccezione di quelli che si occupano di cinema o di sport, possono essere scritti ed elaborati da lavoratori non iscritti all'albo dei giornalisti. (ANSA) ''Le riviste tecniche, quando hanno carattere giornalistico, devono essere fatte da giornalisti'': è il primo commento di Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa, alla decisione della Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia contro una sentenza della Corte d'appello che aveva di fatto dato il via libera alla realizzazione di una rivista tecnica del Sole 24 Ore da parte di personale non giornalistico. ''Aspetto di leggere con attenzione le motivazioni della pronuncia della Suprema corte - ha detto Siddi - ma per noi il lavoro giornalistico ha sempre un carattere unitario e non può che essere disciplinato secondo il contratto. Un diverso ragionamento può riguardare soltanto le elaborazioni altamente specialistiche di professionisti di altre discipline, che vengono occasionalmente ospitate all'interno delle riviste''. Il segretario della Fnsi si augura che ''lo sconcerto legato alla notizia oggi resa nota venga superato da un'idonea valutazione dell'attività giornalistica e della sua natura, peraltro mirabilmente definita dalla giurisprudenza costante della Corte costituzionale''. (ANSA)