La sicurezza dei giornalisti continua ad essere un tema centrale in Europa: martedì sera, 11 aprile 2023, un inaccettabile episodio è avvenuto a Pristina, in Kosovo, dove il giornalista Valon Syla è stato aggredito e picchiato violentemente da tre sconosciuti. L'aggressione è avvenuta pochi minuti dopo che Syla aveva lasciato lo studio dove era stato invitato per una trasmissione in cui si discuteva del processo agli ex leader dell'Uck, la formazione paramilitare kosovaro-albanese inserita nel 1998 dall'Onu nel novero delle organizzazioni terroristiche. Il giornalista ha riportato ferite alla testa ed è stato condotto al Centro Clinico Universitario del Kosovo.
Immediata la reazione della Federazione europea dei giornalisti. La Efj e la sua affiliata del Kosovo, la Agk, organizzazione dei giornalisti Kosovari, hanno condannato fermamente l'accaduto. «Chiedo al primo ministro Albin Kurti, al ministro dell'Interno Xhelal Svecla e al ministro della Giustizia Albulena Haxhiu di condannare pubblicamente l'accaduto e chiarire che simili attacchi a un giornalista sono inaccettabili. Trovo il loro silenzio particolarmente inquietante. I leader politici hanno il dovere di condannare pubblicamente questi attacchi», ha dichiarato il segretario generale della Efj Ricardo Gutiérrez.
Assieme alla Agk, la Efj chiede alla polizia di svolgere un'indagine seria e alle autorità giudiziarie di identificare i criminali e i loro mandanti, per consegnarli alla giustizia e comminare loro le pene massime. «Gli attacchi ai giornalisti non sono attacchi a un individuo, ma sono attacchi alla libertà di espressione, alla libertà di opinione e alla democrazia», ha affermato Getoarbe Mulliqi, direttore esecutivo dell'Agk.
«È estremamente inquietante - ha aggiunto - il fatto che coloro che dovrebbero proteggere i diritti dei giornalisti, nemmeno classifichino questo brutale attacco contro Valon Syla come un crimine grave. Anche a causa di sanzioni ridicole, i giornalisti sono i bersagli più facili per gli aggressori. Facciamo appello alle istituzioni competenti affinché facciano luce con urgenza sull'accaduto e fissino uno standard per la condanna e la punizione di chi attacca la libertà di parola».
Il Kosovo «deve ancora attuare le raccomandazioni del Consiglio d'Europa e dell'Unione Europea sulla sicurezza dei giornalisti. Questa tragedia - ha rincarato Gutiérrez - è una buona occasione per lanciare un piano nazionale che implementi le norme europee sulla sicurezza dei giornalisti. I responsabili politici devono avere il coraggio di agire. Rimanere passivi significa essere complici degli aggressori».
L'aggressione a Syla, un atto di estrema gravità, riporta in primo piano il problema della sicurezza di tutti i giornalisti europei, e in particolare di quelli delle regioni balcaniche e della necessità di leggi che salvaguardino la libertà di parola.
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Foto: Leonhard Niederwimmer da Pixabay