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Internazionale 28 Ott 2015

Iraq, Rsf: “48 reporter rapiti e 13 giustiziati a Mosul da giugno 2014”

Reporter sans frontieres lancia un nuovo allarme. Questa volta la denuncia arriva da Mosul, in Iraq, dove da giugno 2014, quando cioè i combattenti della jihad hanno preso il controllo della città, sono stati rapiti 48 operatori dell’informazione. 13 di questi sono stati giustiziati e le apparecchiature delle tv locali sono state sequestrate ed usate per la propaganda antioccidentale e rafforzare la macchina mediatica dell’Is.

Reporter sans frontieres lancia un nuovo allarme. Questa volta la denuncia arriva da Mosul, in Iraq, dove da giugno 2014, quando cioè i combattenti della jihad hanno preso il controllo della città, sono stati rapiti 48 operatori dell’informazione. 13 di questi sono stati giustiziati e le apparecchiature delle tv locali sono state sequestrate ed usate per la propaganda antioccidentale e rafforzare la macchina mediatica dell’Is.

48 giornalisti rapiti e 13 giustiziati nella sola Mosul dal giugno del 2014, ovvero da quando i combattenti della jihad hanno preso il controllo della città, ad oggi: questo il bollettino della guerra che il sedicente Stato Islamico (Is) ha lanciato ai media occidentali.
Lo denuncia Reporter sans frontieres, sottolineando che almeno 60 giornalisti e operatori dell'informazione hanno lasciato Mosul da quando l'Is è entrato in città. Il rapporto, che descrive Mosul come una ''trappola mortale per i giornalisti'', è stato redatto dall'organizzazione partner di Rsf in Iraq, l'Osservatorio sulla libertà giornalistica.
E oltre a prendere di mira i giornalisti, l'Is ha anche preso il controllo delle infrastrutture dell'informazione presenti in città. “Nel 2014 – spiega Alexandra El Khazen, responsabile di Rsf per il Medio Oriente e il Maghreb, “l'Is ha trattato gli studi e le attrezzature dei mezzi di informazione locale come bottino di guerra''.
E proprio grazie alla tecnologia sequestrata alle emittenti locali lo Stato islamico è stato in grado di diffondere la prima, e anche ultima, apparizione in pubblico dell'autoproclamato califfo Abu Bakr al-Baghdadi nel giugno dello scorso anno. Il suo sermone è stato infatti ripreso usando le telecamere di Sama Mosul TV, che era di proprietà dell'ex governatore di Nineveh Atheel al-Nujaifi. L'Is ha inoltre usato le strutture atte all'informazione per rafforzare la propria macchina mediatica creando proprie emittenti, come Al-Bayan Radio e Dabiq TV.

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