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Contratti 16 Mag 2007

Il presidente della Fieg, Boris Biancheri: “La trattativa oggi non può andare in porto” Serventi Longhi: “Invece dobbiamo provarci, se va male gli pago una cena”

''Il contratto si deve fare. Questo è sicuro ma gli editori non vogliono avviare una trattativa per rompere'': lo ha detto il presidente della Fieg Boris Biancheri alla presentazione del rapporto sulla stampa in Italia dal 2004 al 2006.

''Il contratto si deve fare. Questo è sicuro ma gli editori non vogliono avviare una trattativa per rompere'': lo ha detto il presidente della Fieg Boris Biancheri alla presentazione del rapporto sulla stampa in Italia dal 2004 al 2006.

''Gli editori - ha ribadito - il contratto lo vogliono fare ma, certo, deve essere un contratto diverso. Il settore editoriale ha necessità di cambiare perché se non cambia muore. Noi inizieremo la trattativa quando saremo convinti che può andare in porto. In questo momento l'esito sarebbe negativo. E' necessario comunque - ha concluso - che il contratto si faccia''. (ANSA) Il Segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Mi domando come Biancheri possa essere tanto sicuro che nel momento attuale una trattativa non potrebbe produrre un accordo. Almeno proviamoci, se ha ragione lui lo inviterò a cena. A parte gli scherzi, penso invece che ci siano tutte le condizioni perché editori e giornalisti, anche con l’aiuto del Ministro del Lavoro, definiscano quei cambiamenti delle regole contrattuali che consentano di affrontare serenamente in maniera condivisa la situazione del mondo della comunicazione, a cominciare dalle innovazioni e dalla convergenza. Continuare a negare lo stesso avvio di negoziato impedisce invece di affrontare i problemi reali, aggrava i conflitti nelle aziende e rende difficile discutere, in tavoli di concertazione con lo stesso governo, le questioni che la Fieg ha oggi posto all’opinione pubblica e alle istituzioni italiane. In questa fase ci vorrebbe un po’ più di coraggio da parte di tutti.”

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