CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Contratti 20 Dic 2006

Il Presidente del Senato Franco Marini sul blocco del contratto dei giornalisti: “Se avessi strumenti li adoprerei” Il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Franco Levi: “Governo molto preoccupato”

''Per quanto complicata nella vertenza dei giornalisti c'è qualcosa che non funziona: se avessi strumenti diretti li adoprerei''. Franco Marini, Presidente del Senato parla, durante gli auguri per le prossime feste con la stampa parlamentare, della vertenza dei giornalisti

''Per quanto complicata nella vertenza dei giornalisti c'è qualcosa che non funziona: se avessi strumenti diretti li adoprerei''. Franco Marini, Presidente del Senato parla, durante gli auguri per le prossime feste con la stampa parlamentare, della vertenza dei giornalisti

Il Presidente del Senato ha sollecitato l'attenzione del governo sulla questione: ''E’ un problema - ha detto - che il governo deve porre, non per fare prepotenza a qualcuno, ma perché è una cosa alla quale l'esecutivo deve dare l'attenzione che merita". ''Questa - sottolinea - è la posizione di tutto il Senato, la sua preoccupazione per la funzione che svolge la stampa. Gli editori - ha aggiunto - non possono disertare il tavolo delle trattative perché così non si fa altro che confermare, per dar per scontata, la impossibilità del dialogo.'' (ANSA) "La posizione è di grande preoccupazione". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per l'editoria, Ricardo Franco Levi, commenta così l'inasprirsi della vertenza sul rinnovo del contratto dei giornalisti che potrebbe portare, nei prossimi giorni, ad altri scioperi da parte della categoria. "Gli scioperi - sottolinea Levi conversando con i giornalisti a Montecitorio - vogliono dire danni e sofferenze per i lavoratori e per le imprese. L'informazione che viene a mancare costituisce un problema per la democrazia. Per questo il governo è molto preoccupato. Noi stiamo spingendo per ricondurre le parti a sedersi al tavolo del negoziato. Lo abbiamo fatto più volte, e continuiamo con una opera di pressione ma per negoziare occorre che le parti siano due, e al momento solo una è disponibile a negoziare. Ma il governo non ha il potere di costringere le parti a sedersi al tavolo delle trattative. Cercheremo con la riforma dell'editoria di creare un quadro più favorevole all'apertura del dialogo". (AGI)

@fnsisocial

Articoli correlati