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Contratti 26 Dic 2006

"Il Giornale di Sicilia" in edicola durante gli scioperi: l'assemblea dei redattori sfiducia il direttore

Il quotidiano Giornale di Sicilia è andato in edicola regolarmente nei tre giorni di sciopero dei giornalisti proclamati dalla Fnsi per la vertenza sul rinnovo del contratto di lavoro, e scoppia una vertenza tra il Cdr e la direzione

Il quotidiano Giornale di Sicilia è andato in edicola regolarmente nei tre giorni di sciopero dei giornalisti proclamati dalla Fnsi per la vertenza sul rinnovo del contratto di lavoro, e scoppia una vertenza tra il Cdr e la direzione

L'assemblea di redazione in una nota precisa: "I giornalisti italiani sono in sciopero per tre giorni a tutela dell'autonomia e della libertà della professione. Anche la stragrande maggioranza dei giornalisti del Giornale di Sicilia partecipano a questa mobilitazione generale a tutela del contratto nazionale di lavoro che gli editori, ostinatamente, si rifiutano di rinnovare. Ma il Giornale di Sicilia, purtroppo, ancora una volta lo troverete in edicola: è confezionato da un esiguo numero di dirigenti (otto), redattori ordinari (uno), e giornalisti precari (nove). Dunque una forza lavoro di diciotto persone su un organico di sessanta. Ancora una volta la direzione del giornale si è schierata contro la maggioranza dei suoi giornalisti. Ripetutamente gli è stato chiesto di recedere da una posizione massimalista, ma senza risultato. E' per questo che l'assemblea di redazione del Giornale di Sicilia ha votato per acclamazione un documento nel quale si sottolinea che `la direzione non rappresenta più la maggioranza dei suoi redattori' e che rappresenta dunque una formale dichiarazione di sfiducia nei confronti della direzione stessa". Pronta la replica della Direzione che in un comunicato puntualizza: "La Direzione è stanca di ripetersi. Una minoranza di professionisti, professionalmente qualificata e politicamente rilevante, si è dissociata dallo sciopero con motivazioni che questa direzione condivide. Ha chiesto di mandare il giornale in edicola. Abbiamo accolto questa richiesta. Perché siamo liberali. Sosteniamo oggi, come l'abbiamo sostenuta ieri, la libertà di lavoratori di una minoranza che non si riconosce, come noi non ci riconosciamo, nelle ragioni di uno sciopero proclamato da una maggioranza. Facendo questo non siamo contro nessuno. Semplicemente sosteniamo una scelta libera, legittima e condivisa fatta da una minoranza che dissente da una maggioranza. I principi di libertà si realizzano solo quando le minoranze, non solo le maggioranze, sono riconosciute e protette. I firmatari di questo documento non la pensano così. Ne prendiamo atto. Ci sembra solo patetico il fatto che per affermare le loro irragionevoli ragioni ricorrono a istituti come la sfiducia che nessuna legge e nessun contratto prevedono. Ma sono solo il frutto di un delirio di arroganza che qualifica i suoi autori e non scalfisce le ragioni di chi come noi conferma pienamente le sue scelte". (Apcom)

@fnsisocial

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