“L’autonomia e l’indipendenza della professione giornalistica costituiscono le basi indispensabili per un’informazione al servizio dei lettori-cittadini, della verità e pertanto devono essere considerate tra i valori più autentici di una società solidale”.
Lo sostiene la Giunta esecutiva dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana preoccupata per le difficoltà nella trattativa sindacale per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro della categoria e per il blocco imposto alla riforma dell’Ordine professionale. Solo il Contratto di lavoro è in grado di assicurare ai giornalisti la possibilità di assolvere al loro ruolo pubblico, le garanzie necessarie per resistere a pressioni e interferenze legate, spesso, a interessi extraeditoriali. Ma gli editori non accettano di parlare di interventi per fermare il ricorso al precariato che ha raggiunto, nelle redazioni, livelli patologici. La ricerca della verità presuppone un fondamento etico nella professione giornalistica, a supporto di un lavoro meticoloso e competente di informazione per dare un senso all’esistenza umana e sociale e favorire la crescita di una coscienza critica nel mondo dei lettori e dei teleradioascoltatori. Autonomia e autorevolezza si costruiscono con una solida preparazione culturale di livello universitario. Ma il blocco della riforma dell’Ordine impedisce che la laurea diventi titolo di studio obbligatorio per i giornalisti professionisti. Mentre saranno ancora gli editori a decidere chi può diventare giornalista. Restano dunque senza risposta le tre domande che i giovani che si affacciano alla professione si pongono sempre più spesso: dove andremo a lavorare? Come potremo lavorare? Con quali percorsi formativi. Per tutto ciò la Giunta esecutiva dell’UCSI manifesta piena solidarietà alla mobilitazione della Federazione della Stampa e dell’Ordine condivisa da migliaia di giornalisti italiani.