Il coordinamento della Commissione Pari Opportunità della Federazione nazionale della Stampa italiana esprime «solidarietà e vicinanza» alla collega Lilli Gruber dopo il botta e risposta con la premier Giorgia Meloni.
«Non entriamo nel merito della polemica con la presidente del Consiglio. Ma - si legge in una nota del coordinamento della Cpo - ci spiace e ci preoccupa il fatto che un/una presidente del Consiglio attacchi un/una giornalista: chi sta più in alto, chi è in una posizione di forza, uomo o donna che sia, deve avere anche le spalle più larghe per accettare le critiche, peraltro nel rispetto della libertà costituzionale di espressione».
Nel corso della puntata di Otto e mezzo di lunedì 20 novembre 2023, la conduttrice aveva definito la premier «espressione della cultura patriarcale».
A quella affermazione la presidente del Consiglio ha replicato la mattina dopo sui social, postando uno scatto che la ritrae con la figlia piccola, la mamma e la nonna: «Non so come facciano certe persone a trovare il coraggio di strumentalizzare anche le tragedie più orribili pur di attaccare il governo. Ora la nuova bizzarra tesi sostenuta da Lilli Gruber nella sua trasmissione di ieri sera è che io sarei espressione di una cultura patriarcale. Come chiaramente si evince da questa foto che ritrae ben quattro generazioni di 'cultura patriarcale' della mia famiglia. Davvero senza parole».
A stretto giro la risposta della giornalista: «Ringrazio Giorgia Meloni per l'attacco che considero una prima dimostrazione della sua volontà di aprire un dialogo costruttivo con la stampa, un esercizio di democrazia al quale lei è poco abituata. Le porte di Otto e mezzo sono sempre aperte. Ritengo comunque che sia sempre pericoloso, per il buon funzionamento democratico, quando un/una presidente del Consiglio attacca direttamente la stampa e singoli giornalisti. Per fortuna, il diritto al pensiero libero e critico è ancora ben tutelato dalla nostra Costituzione».