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Contratti 08 Mar 2007

Franco Siddi: “Si nega diritto costituzionale”

''Si sta negando un diritto costituzionale. Quando i contratti non si fanno emerge una patologia di valore democratico''. Lo ha detto il presidente della Fnsi, Franco Siddi, a proposito del mancato avvio del negoziato per il rinnovo del contratto dei giornalisti a oltre due anni dalla scadenza.

''Si sta negando un diritto costituzionale. Quando i contratti non si fanno emerge una patologia di valore democratico''. Lo ha detto il presidente della Fnsi, Franco Siddi, a proposito del mancato avvio del negoziato per il rinnovo del contratto dei giornalisti a oltre due anni dalla scadenza.

''Dalla conferenza dei cdr e dei fiduciari della prossima settimana - ha detto Siddi partecipando a Bologna ad un convegno sui diritti delle donne in occasione dell' 8 marzo - ci aspettiamo una rinnovata capacità di mobilitazione, che può esprimersi in forme diverse senza escludere il ricorso allo sciopero, e allo stesso tempo una iniziativa propositiva dei cdr che sapranno sostenere la disponibilità della Fnsi a negoziare su tutto con l'obiettivo di arrivare al nuovo contratto. Ove non fosse possibile - ha continuato Siddi - io credo che dovrà arrivare la richiesta forte perché il Governo, dopo la lunga stagione della solidarietà e delle mediazioni infinite, debba cominciare a passare alla fase delle decisioni che gli competono. In materia di lavoro autonomo e previdenza il tempo è scaduto. Ci sono delle competenze che appartengono al governo. Gli editori sanno che su queste materie negoziando si possono, con gradualità, stabilire i nuovi equilibri per riconoscere dignità alle forme di lavoro autonomo e per stabilire regole agli obblighi previdenziali per questo settore''. Da parte sua Giovanni Rossi, segretario generale aggiunto della Fnsi, ha osservato che ''il fatto che gli editori non vogliano discutere non significa che noi rinunciamo a tentare il rinnovo malgrado siano passati due anni e 8 giorni dalla scadenza formale. Io penso - ha proseguito - che la conferenza nazionale dei cdr dovrà, fra le forme di lotta, considerare anche la ripresa degli scioperi nelle forme che riterrà più opportune. Non sto dicendo che la conferenza dovrà proclamare lo sciopero, a meno che non ci sia una provocazione degli editori in quei giorni come avvenne la volta precedente. Sto dicendo che lo strumento dello sciopero deve restare uno strumento da utilizzare in una vertenza pur complicata come questa''. (ANSA)

@fnsisocial

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