In Piazza Montecitorio, nel giorno dell'insediamento del nuovo Parlamento, i giornalisti italiani hanno manifestato - tra striscioni, volantini e bandiere listate a lutto per la strage di Nassiriya - per chiedere un nuovo contratto nazionale. Folla di oltre 300 giornalisti, ma anche massiccia la presenza dei parlamentari dell'Unione, che hanno assicurato il loro impegno sia per arrivare ad una composizione della rottura nella trattativa con la Fieg, sia per la riforma delle leggi sul precariato, che di quella delle leggi che riguardano l'editoria in particolare. Una delegazione della Fnsi, che ha organizzato la protesta, poi si è trasferita davanti al Senato.
E' stato Roberto Zaccaria il primo dei neo parlamentari ad arrivare questa mattina nella parte di Piazza Montecitorio in cui i giornalisti italiani manifestavano il loro malcontento per la mancanza del contratto e denunciavano - tra le lenzuola bianche dei simbolici 'fantasmi' delle redazioni - la condizione di precarietà che ormai penalizza la professione. Molti sono stati soprattutto i parlamentari al primo mandato a prendere la parola, un po’ tutti in difficoltà con l'uso del megafono tranne Caruso che con una certa professionalità si è lamentato del fatto che fosse 'cinese' e non funzionava, a suo avviso, a meraviglia. Massiccia la presenza dell'Unione, con i nuovi entrati come Vladimir Luxuria o lo stesso Caruso, ma anche Lanfranco Turci, Mario Barbi, Ivan Strizzolo, Francesco Garofani, e Fabrizio Morri, che pure di informazioni si occupa da tempo per i ds ma è al primo mandato parlamentare. Ma anche politici di provata esperienza nel settore, come Paolo Gentiloni, Giuseppe Giulietti, Antonello Falomi, Enzo Carra, Paolo Cento, Pierluigi Castagnetti, Franco Grillini, Cinza Dato, Renzo Lusetti e altri. Il segretario della Fnsi, sindacato che aveva organizzato la manifestazione, ha messo subito in chiaro che ''serve che il nuovo governo, che ci auguriamo arrivi presto, metta insieme le parti per arrivare ad una soluzione''. Ma Paolo Serventi Longhi, ha anche denunciato che ''i precari vivono in una situazione devastante, cosa che lede l'autonomia della categoria. Spero che la questione sia affrontata con decisione sia in Italia che in Europa, bisogna che le leggi sul lavoro cambino''. Per il segretario Fnsi serve anche che ''siano riformate le leggi sulla comunicazione: la Gasparri crea devastazioni e bisogna fermarla''. Insomma, come ha sintetizzato il presidente Fnsi Franco Siddi: ''serve un cambiamento di rotta della politica''. ''C'è una grande responsabilità per il nuovo parlamento - ha aggiunto Siddi - perché il mestiere dei giornalisti è ogni giorno sempre più difficile per gli squilibri del sistema e per gli editori che delegittimano il nostro lavoro. Il contenuto editoriale deve tornare al centro''. E la politica, almeno stamattina, ha risposto con forza. ''Contate su di noi'', ha detto Castagnetti, tra i primi ad intervenire, ricordando che ''in campagna elettorale il centrosinistra si è impegnato per combattere la precarietà''. Gentiloni, ha sottolineato che ''c'è l'esigenza di chiudere questo contratto, perché questo è un trascinarsi che nuoce al settore e all'economia del paese. La politica ha il ruolo di far ripartire il dialogo, non si può assistere passivamente senza mettere in discussione l'autonomia. L'impegno è quindi per far ripartire il dialogo per arrivare alla conclusione della vertenza, un primo passo verso l'obiettivo di ristabilire le regole nel settore dell'informazione''. Giulietti, ha chiesto che ''il governo lavori per un'intesa tra le parti, avviando audizioni separate per capire se ci sono le possibilità di riprendere le trattative''. Per l'esponente Ds, bisogna anche ''arrivare ad una rapida approvazione della legge sull'editoria che aveva già raggiunto larghe intese nella scorsa legislatura''. Legge che però, aggiunge Carra, ''va ripresa e migliorata''. Per Falomi ''nel nuovo parlamento bisogna portare lo scandalo di un contratto che è scaduto da 425 giorni e non trova voce, prima di tutto negli organi di informazione''. E contro la precarietà - massiccia la presenza di precari in piazza con volantini di protesta - si sono espressi molti parlamentari. Luxuria ha spiegato che ''combattere contro il precariato in questo settore è una priorità, perché è pericoloso sentirsi ricattati''. Caruso, ha detto che ''la precarietà mette a rischio la libertà d'informazione, quindi a maggior ragione in questo settore va debellato''. Da Grillini ''la solidarietà e l'impegno nella prossima legislatura perché i problemi possano trovare una soluzione. Nella scorso governo il presidente del consiglio voleva l'informazione a senso unico, con Mediaset che rastrella risorse. Tutto ciò va cambiato''. Come ha sintetizzato Morri, ''i giornalisti hanno fatto bene a scendere oggi in piazza e chiedere che tutte le forze politiche si assumano le loro responsabilità. Il nostro impegno oggi è di garantire i diritti dei cittadini e combattere la precarizzazione selvaggia che trasforma il giornalismo in un impiego. Bisogna intervenire subito''. (di Elisabetta Stefanelli-ANSA).