"I giornalisti sono disponibili ad aprire un confronto per il rinnovo del contratto senza alcuna pregiudiziale". Sulla vertenza per il rinnovo del contratto nazionale dei giornalisti interviene, nell'aula di Montecitorio, il ministro del Lavoro Cesare Damiano, che aggiunge: "La Federazione dei giornalisti non ha individuato nessun punto della propria piattaforma rivendicativa che non sia trattabile. La Federazione è disposta a rivedere il meccanismo degli scatti di anzianità biennale a fronte di un'opera di chiarificazione sulla posizione organizzativa e professionale di quei collaboratori che oggi si collocano nella zona grigia tra rapporto autonomo genuino e rapporto subordinato"
"I giornalisti affermano inoltre che l'editoria italiana è sicuramente in grado di sostenere l'impegno economico che deriverebbe dalla stipula del contratto nazionale da loro proposto perchè la stessa editoria opera in un mercato protetto e gode di finanziamenti statali". Per quanto riguarda gli editori - spiega ancora Damiano - "essi si sono fin qui dichiarati non disponibili ad aprire una trattativa. La Federazione degli editori considera troppo distanti le posizioni e quindi a suo dire da un eventuale confronto formale tra le parti non sortirebbe alcun utile effetto. Secondo gli editori il modello di contratto proposto dai giornalisti, se dovesse entrare in vigore, aggraverebbe le difficoltà gestionali delle aziende le quali finirebbero per non essere più in grado di mantenere l'equilibrio economico". Quale la posizione del ministero? "Il ministro del lavoro - dice Damiano - consapevole che il rinnovo di un contratto collettivo attiene alla sfera del diritto comune e rientra nelle precipue prerogative dell'autonomia privata collettiva, considerata la situazione di stallo assunta dalla trattativa e considerati i rischi di ordine sociale sui lavoratori e sull'informazione che si andavano profilando, fin dall'inizio del suo incarico ha ritenuto opportuno offrire alle parti la propria opera di mediazione istituzionale. Si sono susseguiti diversi inviti, convocazioni ma da parte degli editori tali inviti a trovare punti di contatto e comunicazione sono stati sistematicamente declinati. Non avendo il ministro intenzione di interferire con l'autonomia negoziale delle parti attraverso l'attuazione di strumenti cogenti - continua Damiano - l'azione di moral suasion dovrà necessariamente essere fatta rientrare nel più vasto ambito degli interventi che interessano, in primo luogo, il mercato del lavoro e gli ammortizzatori dei giornalisti e in secondo luogo il loro sistema previdenziale e infine il sistema dell'editoria. Lo scorso 9 gennaio alla presenza del ministro, di Serventi Longhi e di Biancheri in rappresentanza dei giornalisti e degli editori si è insediato presso il ministero del lavoro un tavolo tecnico di approfondimento sui temi del mercato del lavoro , del lavoro autonomo e degli ammortizzatori sociali del settore giornalistico. Gli incontri bilaterali proseguiranno a livello tecnico e provvederanno a condurre un'analisi sull'evoluzuone dell'occupazione nel settore giornalistico, sull'impiego delle diverse figure professionali. Lo stesso tavolo provvederà altresì a proporre le opportune soluzioni alle problematiche riscontrate". "Con la mediazione del ministro - spiega ancora Damiano - si è raggiunto un accordo tra Fnsi e Fieg per il decollo della previdenza complementare che, allo stato dei fatti, è l'unico accordo concreto fin qui consentito. Infine, per quanto riguarda la riforma del sistema editoriale, il sottosegretario Levi è impegnato, con il pieno coinvolgimento delle parti sociali in un'opera di riordino del sistema dell'editoria che possa garantire il pluralismo dell'informazione.Per favorire la ripresa delle trattative sono intervenute le più alte cariche dello stato. Il governo - conclude il ministro del lavoro - che ha già avviato un accordo sulla previdenza complementare e ha già avviato un tavolo tecnico per quanto riguarda il mercato del lavoro e la previdenza, conferma la disponibilità a favorire una ripresa del confronto al fine della definizione del contratto e in tal senso rivolge un rinnovato appello alle parti interessate". (AGI) La vertenza per il rinnovo del contratto dei giornalisti, scaduto da 689 giorni, approda nell'assemblea della Camera. L'occasione sono le comunicazioni del governo - affidate al ministro del Lavoro Cesare Damiano - sullo stato delle trattative, in stallo da mesi: a seguire, un ampio dibattito con maggioranza e opposizione sostanzialmente concordi nel sottolineare la necessità di arrivare ad un accordo tra le parti. In aula, anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l'editoria Ricardo Franco Levi; in tribuna il presidente della Fnsi, Franco Siddi. Rivendicando l'opera di "mediazione istituzionale" svolta dal governo "fin dall'inizio", Damiano ha rinnovato l'appello alle parti a riprendere il confronto. Un invito finora rifiutato dalla Federazione degli editori, laddove invece la Fnsi si è detta disponibile a sedersi a un tavolo "senza nessuna pregiudiziale". "Non potendo interferire nella libera contrattazione tra le parti", ha detto Damiano, l'esecutivo si impegna a continuare la sua "azione di moral suasion nel più vasto ambito delle iniziative già avviate, in termini di riforma degli ammortizzatori sociali, confronto sulla previdenza e sull'Inpgi e riordino del settore dell'editoria". "Un appello è davvero troppo poco", ha commentato Enzo Carra (Dl), richiamando il governo a svolgere un ruolo "di intervento e di proposta". "Ineccepibile", invece, il comportamento dell'esecutivo secondo Pietro Folena, presidente della commissione Cultura e promotore, con Giuseppe Giulietti, di una mozione urgente sul rinnovo del contratto giornalistico: "Chi riceve soldi dallo Stato - ha sottolineato Folena - deve avere un'attenzione particolare per i temi del lavoro. È necessario accelerare la riforma del settore dell'editoria e vincolare i finanziamenti statali alla stabilizzazione dei lavoratori precari". Il rischio, anche per Giulietti, è che "si vada verso giornali fatti solo di precari ricattabili": per questo "il governo deve andare fino in fondo nella sua opera di mediazione tra le parti, sapendo di avere il consenso di gran parte del Parlamento e di tutto il centrosinistra". Dai banchi dell'opposizione, Maurizio Gasparri (An) ha sottolineato "l'importante segnale di attenzione alla vertenza testimoniato dal dibattito in Aula", invitando però l'esecutivo a "un'iniziativa più concreta e diretta". Critiche al governo anche dall'azzurro Piero Testoni, che ha parlato di "movimentismo disordinato": "Forza Italia - ha detto - è favorevole a una soluzione contrattuale giusta ed equilibrata ed è pronta a dare il proprio contributo solo se richiesto dalle parti". Fuori dal coro la voce di Davide Caparini (Lega Nord): "Rifiuto la favola del giornalista indipendente se ben pagato. La professionalità, la libertà, l'autonomia, l'indipendenza e la credibilità sono merce rara e non hanno un prezzo", ha detto, pur ammettendo che quella dei giornalisti è una "legittima rivendicazione". (ANSA) IL TESTO DEL RESOCONTO DEL DIBATTITO PARLAMENTARE ALLA CAMERA
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