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La ministra della Giustizia Marta Cartabia, già  presidente della Corte Costituzionale
Diffamazione 18 Giu 2021

Carcere per i giornalisti, il 22 giugno decide la Consulta. Sugc: «Necessarie riforme per la libertà »

«Non sappiamo cosa deciderà  la Corte. Sappiamo, però, che qualunque sia la deliberazione non è più tempo di stare a guardare, è necessario che le istituzioni intervengano per garantire l'attuazione dell'articolo 21 della Costituzione», osserva il segretario del sindacato regionale, Claudio Silvestri.

«Martedì 22 giugno 2021 la Corte Costituzionale è chiamata a decidere sulla legittimità del carcere per i giornalisti, previsto dall'articolo 13 della legge sulla Stampa e dall'articolo 595 del codice penale. Un anno esatto dopo che la Consulta invitò il parlamento a legiferare sul tema "anche alla luce della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo". Da allora in parlamento non si è mossa una foglia. Nonostante fosse stata proprio l'attuale ministra della Giustizia, Marta Cartabia, nella sua precedente funzione di presidente della Corte Costituzionale, ad aver firmato quel provvedimento. Ci auguriamo che i giudici intervengano cancellando questa vergogna. Ci preoccupa che, ancora una volta, il parlamento debba derogare a una propria funzione primaria su un tema che riteniamo vitale per la democrazia di un Paese, ma che in nessuna legislatura è stato messo all'ordine del giorno». Lo afferma, in una nota, il segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Claudio Silvestri.

«Voglio anche ricordare – continua – che se oggi ci troviamo qui a discutere di questo tema, fondamentale per la libertà di stampa, è perché il Sindacato unitario giornalisti della Campania, con il suo avvocato Giancarlo Visone, ha presentato, nel 2019, al Tribunale di Salerno una eccezione di incostituzionalità in uno dei tanti processi che seguiamo con il nostro sportello anti-querele. Sull'onda della decisione del Tribunale di Salerno seguì anche quella del Tribunale di Bari dopo una settimana. Qualcuno, nel frattempo, ha cercato maldestramente di mettere il cappello su questa battaglia di civiltà, nata e maturata nel confronto quotidiano tra giornalisti e avvocati del sindacato campano, impegnati a difendere i colleghi da minacce, aggressioni, querele che, per la carenza di garanzie necessarie del nostro ordinamento, rischiano ogni volta di compromettere il diritto di cronaca. In un territorio come il nostro, dove decine di amministrazioni comunali sono sciolte per camorra, ogni giornale piccolo, piccolissimo, rappresenta un avamposto di resistenza civile. Per molti di quei cronisti, tutti precari, il nostro sportello, che offre tutela legale gratuita, è la garanzia di poter continuare a fare il proprio mestiere».

Conclude Silvestri: «Non sappiamo cosa deciderà la Consulta martedì prossimo. Sappiamo, però, che, qualunque sia la deliberazione, compresa la cancellazione del carcere, non è più tempo di stare a guardare, è necessario intervenire con delle riforme importanti, a costo zero per gli italiani, che possano davvero garantire l'attuazione dell’articolo 21 della nostra Costituzione».

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