Si è concluso con un Vademecum in 10 punti, condiviso tra giornalisti e operatori della cooperazione allo sviluppo, il 2° Forum internazionale di DevReporter Network, rete di giornalisti, ong, enti locali, docenti universitari di numerosi paesi europei e del Sud del mondo, svoltosi a Torino l'11 e il 12 giugno alla presenza di 220 partecipanti, tra cui oltre cento giornalisti.
“Obiettivo: conoscersi, rafforzare competenze e scambiare
esperienze – si legge sul sito internet dell’Associazione Stampa Subalpina -
per migliorare l'informazione sui temi dello sviluppo globale e della
cooperazione internazionale”.
“Le sfide globali divengono sempre più complesse, urgenti e interrelate tra di
loro. Per questo – prosegue la nota – è di estrema importanza fornire su questi
temi un’informazione corretta, tempestiva e comprensibile al grande pubblico”.
“Il Vademecum è un documento sintetico che risponde ai nuovi bisogni
dell'informazione su questi temi ed è stato creato per essere un supporto concreto e pratico tanto
ai giornalisti che agli operatori della cooperazione internazionale. L’abbiamo
chiamato vademecum perché ha la funzione d’essere un memorandum di sintesi
delle riflessioni comuni e una guida che permetta di dirigere le nostre
rispettive azioni future”, spiega Umberto Salvi, presidente del Consorzio Ong
Piemontesi, promotore per l’Italia di DevReporter Network.
Dopo un primo momento di scambio di buone pratiche, all'interno della mostra
interattiva “DevReporter Open Space” costituita da 20 postazioni tra cui MeMo
Magazine, progetto ideato dal fotogiornalista Fabio Bucciarelli insieme ad
altri 4 pluripremiati fotogiornalisti, la rivista olandese One World, la rete
di media francesi Médias Citoyens, il programma televisivo Radici di Davide
Demichelis e Alessandro Rocca, fino ai prodotti realizzati dai laboratori
dell'Università di Torino, le campagne delle ong e i siti indipendenti di
informazione di settore, i partecipanti si sono riuniti in gruppi di lavoro per
discutere ed elaborare i 10 punti del memorandum, tramite l'Open space
technology”, una metodologia che permette la condivisione libera di riflessioni
e spunti.
Ecco i 10 punti elaborati che sono diventati il cuore del Vademecum:
1) Migliorare la conoscenza reciproca tra media ed enti di cooperazione
Internazionale.
2) Creare dei luoghi/momenti di collaborazione tra giornalisti e operatori
della cooperazione internazionale.
3) Elaborare insieme nuove strategie per raggiungere il grande pubblico
(utilizzando social network e prodotti multimediali).
4) Non cedere al sensazionalismo né al pietismo, ma suscitare curiosità e
processi di identificazione.
5) Rendere protagonisti i soggetti dei paesi del Sud.
6) Distinguere tra cooperazione ed emergenza, dando spazio a notizie positive.
Evitare l’informazione a spot e dare continuità nel tempo.
7) Fare attenzione al linguaggio, evitando terminologie tecniche e stereotipi.
8) Contestualizzare le notizie e l'ambito di intervento, prediligendo
approfondimenti e notizie di lungo formato.
9) Evidenziare i legami tra micro e macro, e legare le problematiche globali
all’agenda locale.
10) Evitare l’autoreferenzialità e
distinguere tra l’informazione e le comunicazioni istituzionali.
I due giorni di forum si sono conclusi con la tavola rotonda
internazionale “Development journalism: come informare il grande pubblico sui
temi dello sviluppo e della cooperazione internazionale” con interventi di
Ahmad Ashour, di Al Jazeera Public Liberties & Human Rights, Chris
Arsenault, di Thomson Reuters Foundation, Ziad Maalouf di Radio France
International, Cristina Mas di ARA, Ellen de Lange di OneWorld e molti altri.
Il Forum è promosso dal Consorzio delle Ong Piemontesi, dalla Federazione delle
Ong Catalane e da Resacoop, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del
Piemonte, l’Associazione Stampa Subalpina, il Caffè dei Giornalisti, la Regione
Piemonte, l’Università degli Studi di Torino, il Coordinamento Comuni per la Pace,
e il Centro Piemontese di Studi Africani. Il progetto Dev Reporter Network è
cofinanziato dall’Unione Europea (DCI-NSAPVD/2012/279-805) nell’ambito
dell’Anno Europeo dello Sviluppo 2015.