«In genere il giornalista va alla ricerca della notizia, tende a raccogliere la notizia, ma più importante di raccogliere la notizia è seminare la verità». Lo ha detto il vescovo Baldo Reina, vicegerente della Diocesi di Roma, durante la messa celebrata nella Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami, mercoledì 24 gennaio 2024, ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.
«Voi giornalisti - ha aggiunto - siete coloro che ogni giorno ci raccontano i fatti e provano ad andare in profondità, a dire la verità. Non è facile raccontare la verità. È un tema complesso quello della verità, nel quale si confrontano una dimensione soggettiva e una oggettiva: in questo binomio non sempre si ha chiarezza».
Officiando l'incontro organizzato dall'Ordine dei giornalisti del Lazio, in collaborazione con l'Ufficio per le Comunicazioni Sociali della Diocesi capitolina e l'Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) del Lazio, il vescovo ha poi ribadito: «Nel vostro lavoro bisogna stare molto attenti all'ascolto. La vostra è una professione nobilissima, anche se a volte disprezzata, e ha un grande valore e una grande responsabilità. Serve grande attenzione a come si usa la parola».
Già prima della celebrazione eucaristica era stato diffuso il testo del messaggio del Papa per la 58ª Giornata delle comunicazioni sociali (qui il testo in italiano), che si celebra il 12 maggio, dedicato all'intelligenza artificiale, rispetto alla quale il pontefice, pur non negando le opportunità, mette però in guardia: può diventare strumento di «inquinamento cognitivo», di «alterazione della realtà».
Per Bergoglio è necessaria una regolamentazione internazionale dell'intelligenza artificiale, per evitare un suo uso distorto e arginarne i risvolti dannosi e discriminatori, socialmente ingiusti. «È importante – il monito – avere la possibilità di comprendere, capire e regolamentare strumenti che nelle mani sbagliate potrebbero aprire scenari negativi. Come ogni altra cosa uscita dalla mente e dalle mani dell'uomo, anche gli algoritmi non sono neutri».
A fare la differenza, allora, non può che essere l'"umanità". «Spetta all'uomo decidere se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore, senza il quale non si cresce nella sapienza», rileva Francesco. «L'informazione – osserva ancora – non può essere separata dalla relazione esistenziale: implica il corpo, lo stare nella realtà; chiede di mettere in relazione non solo dati, ma esperienze; esige il volto, lo sguardo, la compassione oltre che la condivisione».
L'IA «potrà contribuire positivamente nel campo della comunicazione se non annullerà il ruolo del giornalismo sul campo, ma al contrario lo affiancherà; se valorizzerà le professionalità della comunicazione, responsabilizzando ogni comunicatore», avverte il Papa, che rivolge anche un pensiero «a quanti reporter sono feriti o muoiono sul campo per permetterci di vedere quello che i loro occhi hanno visto. Perché solo toccando con mano la sofferenza dei bambini, delle donne e degli uomini, si può comprendere l'assurdità delle guerre».
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Il video della manifestazione: