«La richiesta di verità e giustizia per Andrea Rocchelli non è un affare privato, della famiglia di Andy, ma è un affare pubblico che riguarda lo Stato italiano. Proprio perché siamo dalla parte del popolo ucraino aggredito, riteniamo che lo Stato debba pretendere verità e giustizia, debba chiedere con energia alle autorità di quel Paese di rispondere alle domande dei tribunali e alle richieste della famiglia. Lo Stato italiano faccia il suo dovere: si rivolga all'Ucraina e chieda i documenti che lo Stato ucraino ha». Lo ha detto il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, intervenendo con Giuseppe Borello, autore con Andrea Sceresini dell'inchiesta "Andrea Rocchelli, il fotografo che aveva previsto la guerra", alla puntata di SpotLive, condotta da Paolo Maggioni, su RaiNews24, lunedì 30 maggio 2022.
«Le luci dell'informazioni sono nemico di chi deve commerciare in armi, trafficare sui teatri di guerra. È per questo che il potere teme l'informazione», ha aggiunto Giulietti, ricordando Frédéric Leclerc Imhoff, il reporter francese ucciso nei pressi di Severodonetsk, ultimo operatore dei media caduto sui campi di battaglia ucraini, i cronisti uccisi negli ultimi anni in Messico, Siria, Yemen, e la giornalista russa Anna Politkovskaja.
«Noi non ci fermeremo. Non è il passare degli anni che farà venir meno la richiesta di verità e giustizia», ha concluso il presidente della Fnsi, che ha anche ringraziato «le donne e gli uomini che ci stanno raccontando la guerra in Ucraina, molti dei quali sono precari o freelance e non hanno neanche un'assicurazione che li tuteli. Forse – ha osservato – il governo potrebbe pensare a dare loro una copertura».