Torna in discussione al Senato il disegno di legge di riforma della Rai, ma intorno al provvedimento monta la protesta. Le opposizioni hanno presentato oltre 1500 emendamenti al testo e Fnsi e Usigrai, insieme con diverse associazioni, annunciano battaglia: oggi alle 12 si svolgerà la conferenza stampa organizzata a Palazzo Madama dal sindacato dei giornalisti mentre nel pomeriggio, alle 18, è in programma un sit-in promosso da Moveon Italia, Arci, Articolo 21, Associazione Stampa Romana, Indignerai, Net-left e altre sigle.
Il disegno
di legge di riforma della Rai torna nel pomeriggio in discussione al
Senato, ma intanto monta la protesta intorno ad un provvedimento che lascia
insoddisfatto il sindacato dei giornalisti e non solo. Fnsi e Usigrai hanno
organizzato per oggi – ore 12 nella sala Nassyria di Palazzo Madama – una conferenza
stampa per illustrare ai colleghi i forti dubbi sulla bozza di riforma. In
parlamento alle 13 di ieri– termine ultimo per la presentazione di emendamenti al
testo licenziato dalla Commissione Lavori pubblici e comunicazioni –
risultavano oltre 1500 richieste di modifica presentate dalle opposizioni: 800
dalla Lega Nord, 635 dal Movimento 5 Stelle, 101 da Forza Italia e 45 da Sel.
E la protesta prende corpo anche fuori dalle aule della politica, arrivando in
piazza. Moveon Italia, Arci, Articolo 21, Associazione Stampa Romana,
Indignerai, Net-left e altre sigle, in concomitanza con la discussione sul ddl,
hanno infatti convocato per le 18, un sit-in davanti a Palazzo
Madama, in piazza delle Cinque Lune, per chiedere al parlamento di riaprire il
confronto.
“Mentre i vertici della Rai, appena scaduti, mantengono una poltrona inerziale
– scrivono in una nota le associazioni –, la riforma del servizio pubblico si
sta avviando a larghi balzi verso l’approvazione al Senato, soffocata dalla
calura estiva e da un dibattito asfittico per non dire assente all'interno del
Paese e dei corpi sociali”.
Le associazioni chiedono quindi all’assemblea di Palazzo Madama, di “offrire
cittadinanza a tutte le proposte emendative che da più parti le associazioni, i
movimenti e le organizzazioni sindacali stanno presentando per riformare e
rinnovare profondamente la Rai, nell’ottica dell’autonomia, dell’indipendenza e
della partecipazione”.
L’obiettivo condiviso è arrivare ad una reale riforma del servizio pubblico
radiotelevisivo, che restituisca la Rai ai cittadini e la liberi dal controllo
dei partiti e del governo e che specifichi qual è la nuova missione e quali
saranno i finanziamenti in dotazione alla tv di Stato.
Arrivando dunque ad una riforma del Sistema integrato delle Comunicazioni, come
auspicato dal segretario Fnsi: “Un passaggio ineludibile che ha ricadute sulla
vita di numerose aziende – rileva Lorusso – soprattutto nel sistema editoriale.
Affrontato questo passaggio, si potrebbe poi passare alla riforma del servizio
pubblico radiotelevisivo, inquadrandola in una visione europea”.