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Cpo-Fnsi 29 Lug 2015

Riforma Inpgi, la Cpo: “Bene salvaguardia e ampliamento della clausola di garanzia per le colleghe”

Soddisfatta la Commissione Pari Opportunità della FNSI per la salvaguardia e l’ampliamento della clausola di garanzia per le giornaliste prevista dalla delibera di riforma approvata dal Cda dell’Inpgi. “Un risultato importante che caratterizza la riforma appena varata”, è il commento della presidente della Cpo, Alessandra Mancuso.

Soddisfatta la Commissione Pari Opportunità della FNSI per la salvaguardia e l’ampliamento della clausola di garanzia per le giornaliste prevista dalla delibera di riforma approvata dal Cda dell’Inpgi. “Un risultato importante che caratterizza la riforma appena varata”, è il commento della presidente della Cpo, Alessandra Mancuso.

La Commissione Pari Opportunità esprime soddisfazione per la salvaguardia e l’ampliamento, all’interno della riforma varata dal Cda dell’Inpgi, della clausola di garanzia per le giornaliste che hanno perso il posto di lavoro, come auspicato dalla giunta esecutiva  della FNSI.
“La clausola di garanzia, varata quattro anni fa, quando fu innalzata l’età della pensione di vecchiaia alle donne, e che prevedeva il mantenimento del pensionamento a 60 anni per le colleghe disoccupate o prive di un rapporto di lavoro subordinato che avevano iniziato la prosecuzione volontaria dei contributi, è stata infatti non solo mantenuta – osserva la presidente della Cpo, Alessandra Mancuso – ma ampliata , nell’ambito di più ampie garanzie nei confronti degli esodati. Le giornaliste e i giornalisti disoccupati o dipendenti di aziende in crisi (il cui stato di crisi risulta già approvato alla data del 27 luglio 2015) potranno infatti mantenere i requisiti della pensione di anzianità con abbattimenti, ossia 57 anni di età e 35 anni di contributi”.
“Altrettanto importante – rileva la Cpo –, la progressione in “scalini” di 18 mesi prevista per l’aumento dell’età per l’accesso alla pensione di anzianità che andrà a regime nel 2022 con almeno 40 anni di contributi”.
“Un risultato importante – conclude la nota – che caratterizza la riforma appena varata, e per la quale si attende ora il parere dei ministeri, nel segno della solidarietà e dell’equità, pur in presenza di interventi che impongono sacrifici a tutti per garantire la sostenibilità dei conti dell’Istituto in un mercato del lavoro sempre più in sofferenza”.

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