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Servizio pubblico 05 Nov 2015

Rai, lettera aperta dei sindacati: “Azienda a rischio con il blocco dei ricavi del canone”

La rivoluzione sul canone annunciata dal governo crea apprensione tra i lavoratori, giornalisti e non, dell’azienda del servizio pubblico radiotelevisivo. Tanto che Usigrai, Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater Libersind-ConfSal, e AdRai hanno deciso di inviare una lettera aperta alle istituzioni per chiedere certezza sull’entità del finanziamento pubblico alla Rai.

La rivoluzione sul canone annunciata dal governo crea apprensione tra i lavoratori, giornalisti e non, dell’azienda del servizio pubblico radiotelevisivo. Tanto che Usigrai, Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater Libersind-ConfSal, e AdRai hanno deciso di inviare una lettera aperta alle istituzioni per chiedere certezza sull’entità del finanziamento pubblico alla Rai.

"L'incertezza dell'entità del finanziamento pubblico alla Rai pone oggettivamente l'azienda in una condizione di rischio di riduzione dell'indipendenza e di capacità progettuale editoriale ed industriale per il medio/lungo termine, tema peraltro già denunciato dalla presidenza dell'Ebu, organismo che raggruppa le tv pubbliche europee”.
L’Usigrai e gli altri sindacati dei lavoratori dell’azienda del servizio pubblico lanciano l’allarme inviando una lettera aperta alle istituzioni nella quale definiscono una "grave incongruenza" la norma della legge di stabilità secondo la quale le somme recuperate dall'evasione del canone "non sarebbero interamente destinate alla Rai né al sistema dell'editoria, ma verrebbero destinate al fondo per la riduzione della pressione fiscale".
"Se questa scelta fosse confermata - scrivono in una nota Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater Libersind-ConfSal, UsigRai e AdRai - si determinerebbe una condizione di non trasparenza nei confronti dei cittadini rispetto all'effettivo contributo al servizio pubblico radiotelevisivo, assunto che il canone Rai è una tassa di scopo, il cui importo deve essere chiaramente identificato. Tra l'altro questa impostazione confermerebbe la possibilità che il canone effettivamente destinato alla Rai possa essere ulteriormente ridotto. Tenere bloccati i ricavi da canone impedisce alla Rai di fare investimenti, innovazione e aumentare la qualità del prodotto".
La lettera dei sindacati cita poi i casi di Francia, Germania e Regno Unito in cui le risorse delle tv pubbliche "sono nettamente superiori a quelle italiane", ed evidenzia che "le risorse ulteriori che il pagamento del canone potrebbe fornire alla Rai darebbero all'Italia un servizio pubblico di maggiore qualità e competitivo in campo internazionale".
“Nella sostanza – si legge ancora nella missiva – si nega l'obiettivo dichiarato dal Governo di voler aumentare il 'tasso' di servizio pubblico della Rai. E inoltre resta intatto il tema centrale che attiene all'autonomia della Rai, visto che già nel 2014 sono stati sottratti 150 milioni di euro a bilancio di previsione già concluso, e nel 2015 sono stati sottratti altri 85 milioni di euro".

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