Sei giorni di sospensione a Serena Bortone. È la sanzione comminata dalla Rai, secondo quanto appreso mercoledì 3 luglio 2024, nei confronti della conduttrice a seguito del procedimento disciplinare aperto per il caso Scurati. Bortone era stata sottoposta a procedimento disciplinare per aver denunciato sui social la mancata messa in onda del monologo dello scrittore sul 25 aprile, previsto inizialmente nel programma 'Chesarà...'. Vicenda che aveva provocato le vivaci proteste dell'opposizione e dei sindacati.
Partecipando, sabato 8 giugno, alla Festa del Foglio, l'amministratore delegato Roberto Sergio aveva affermato che a suo parere la giornalista avrebbe meritato il licenziamento. «A nessun dipendente di nessuna azienda sarebbe consentito di dire cose contro l'azienda in cui lavora», la posizione dell'ad, che poi aveva negato qualsiasi censura, spiegando che aveva mandato «un WhatsApp a Bortone» con il quale la invitava «a mandare in onda il monologo» e che lo scrittore aveva scelto di non andare per motivi economici.
«Quindi Serena Bortone deve anche ringraziare per non essere stata licenziata e per aver ricevuto 'solo' sei giorni di sospensione? Per la Federazione nazionale della Stampa italiana è una sanzione ingiusta, perché una redazione e un'azienda culturale non sono né un plotone né una caserma», commenta Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi.
«Ogni giornalista - aggiunge - ha il diritto e il dovere di usare il suo senso critico anche all'interno dell'azienda. Non possiamo fare a meno di notare che il programma di Bortone 'Chesarà…' è stato cancellato e che sulla sua nuova eventuale trasmissione non ci sono certezze. Resta la maldestra censura di cui sono stati oggetto il monologo di Scurati e la collega Serena Bortone».
La sanzione a Serena Bortone «è una vergogna», rincara la dose il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, che sui social rimarca: «Denunciare pubblicamente la cancellazione del monologo di Scurati sul 25 aprile è stato un atto di obbedienza civile: ha obbedito al suo dovere di informare i cittadini, rispettare i valori del Servizio Pubblico e della Costituzione».
Per l'Usigrai, «la Rai ha chiuso il procedimento disciplinare sulla conduttrice di 'Chesarà...' con una sanzione inaccettabile: su Serena Bortone - scrive il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico - si sta consumando la ritorsione di chi è più preoccupato di fargliela pagare che di capire cosa è veramente successo nella vicenda del contratto negato per il monologo in tv di Antonio Scurati. Si scarica su una collega competente ed equilibrata, interna Rai, il malfunzionamento e l'assenza di una catena di comando aziendale che non viene toccata da una vicenda che matura proprio in quegli uffici, tanto da uscire nei giorni seguenti con diverse versioni».
Incalcano i giornalisti Rai: «Il repentino cambiamento delle dichiarazioni della presidente Soldi e l'ad Sergio che evoca pubblicamente il licenziamento di Serena Bortone, sono il sintomo più chiaro di quale clima si respiri oggi in Rai. L'Usigrai difenderà in ogni sede la legittimità etica e professionale dell'operato di Serena Bortone e di tutte le dipendenti e i dipendenti messi nel mirino di questi vertici che, anche a fine mandato, dovrebbero invece fornire spiegazioni sul loro operato e su quello delle strutture di cui hanno la responsabilità».