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Contratti 05 Lug 2014

"I giornalisti italiani non sono l'ombelico del mondo" "Diritti in più, non annullati: autonomi dentro il contratto"

Il segretario della Federazione Nazionale della Stampa: “chi mi critica non ha ben chiaro né il sistema editoriale né la realtà nella quale viviamo: non è vero che questo contratto è stato pensato a difesa di una casta” Lo dice Franco Siddi in una intervista a La Stampa. Intervista al segretario della Federazione nazionale della stampa dopo le tensioni e lo scontro su contratto ed equo compenso. E difende le scelte: "Per la prima volta anche gli autonomi sono un soggetto contrattuale titolare di diritti" Lo dice Franco Siddi in una intervista a Redattore Sociale.

Il segretario della Federazione Nazionale della Stampa: “chi mi critica non ha ben chiaro né il sistema editoriale né la realtà nella quale viviamo: non è vero che questo contratto è stato pensato a difesa di una casta” Lo dice Franco Siddi in una intervista a La Stampa.
Intervista al segretario della Federazione nazionale della stampa dopo le tensioni e lo scontro su contratto ed equo compenso. E difende le scelte: "Per la prima volta anche gli autonomi sono un soggetto contrattuale titolare di diritti" Lo dice Franco Siddi in una intervista a Redattore Sociale.

SIDDI: “I GIORNALISTI NON SONO L’OMBELICO DEL MONDO”
Il segretario della Federazione Nazionale della Stampa: “chi mi critica non ha ben chiaro né il sistema editoriale né la realtà nella quale viviamo: non è vero che questo contratto è stato pensato a difesa di una casta”

«L’obiettivo era salvaguardare il contratto collettivo nazionale. Ci siamo riusciti in un quadro complicassimo per il mondo editoriale». Ma nonostante questo, Franco Siddi segretario della Federazione nazionale della stampa è amareggiato. Amareggiato per le tensioni di questi giorni e soprattutto perché, «chi mi critica non ha ben chiaro non solo il sistema editoriale ma la realtà nella quale viviamo».  
Una realtà, che negli ultimi dieci anni, dati alla mano, ha perduto il 50 per cento dei ricavi nominali tra vendite e pubblicità. «I giornali chiudono, il 35% dei quotidiani - spiega Siddi - è in stato di crisi con giornalisti in cassa integrazione e contratti di solidarietà: non si può far finta che tutto questo non esista. Il conto, sino ad oggi, lo hanno pagato i giornalisti, ma con questo nuovo accordo abbiamo iniziato ad invertire la rotta e sia gli editori che lo Stato inizieranno a farsi carico della loro quota». 
Certo, i numeri impressionano. Ed, infatti, se solo cinque anni fa, nel 2009, i giornalisti impiegati erano quasi 6mila 500, nel 2013 sono scesi a 5mila 682 con 8mila 150 pensionati. Cifre, che riassumono un mondo professionale che si evolve, cambia, si restringe e che forse non «può restar ancorato a se stesso».  
Già, riprende Siddi. «Non si può più misurare il contratto collettivo con le aspettative di un professionista che ha avuto la fortuna di lavorare in un momento nel quale qualunque attività imprenditoriale, qualunque professione era sempre in forte crescita e in espansione. La realtà è cambiata in Italia e all’estero: nessuno è disposto a pagare i giornalisti a prescindere dai risultati economici».
Detto questo, si poteva fare meglio, vero? «Se mi chiede se questo è il miglior contratto possibile o l’accordo che avremmo voluto fare, dico no...Ma questo, però, è l’accordo massimo possibile. Soprattutto se teniamo conto che è il primo contratto che costringe la controparte ad assumere il modello contrattuale per tutta la professione. La legge sull’equo compenso ci ha aiutato in questa direzione. Ma siamo andati oltre definendo profili professionali diversi». E, comunque, arrivano pure un po’ di incentivi per giovani e aziende che assumono... «Per la prima volta - sottolinea Siddi - c’è uno scambio tra prepensionati in uscita e reingressi e ciò significa andare sempre di più verso i giovani. In questo senso il decreto del governo (a firma Lotti) ha giocato un ruolo significativo favorendo l’apertura di canali con diritti a gradazione crescente per far ripartire l’occupazione; giovanile sì ma anche per il reinserimento di chi il lavoro lo ha perduto in questi anni». 
Tanti però lamentano la fine della cosiddetta «ex fissa»... «Ed è qui che entriamo nel campo delle rivendicazioni personali. Ma la riforma di questo istituto - chiarisce il segretario della Fnsi - era indispensabile per evitare che entro i prossimi due mesi fosse dichiarato il fallimento del fondo: solo nel mese di giugno sono arrivate ben 34 richieste, e se ne potranno liquidare appena nove. La riforma, invece, concorrerà a creare nuove condizioni di accesso alla professione...E poi sa cosa le dico?...Che c’è chi fa i contratti e chi sparlando dei contratti, che non conosce, fa campagne di propaganda. Noi abbiamo scelto la strada di cercare risposte agli interessi di una categoria, quella dei giornalisti, e di un settore, quello dell’editoria, colpiti in questi anni da durissima crisi. I giornalisti non sono l’ombelico del mondo né esenti dai processi che lo investono. Hanno il dovere di essere competenti, di conoscere prima le cose per mettere poi il contributo della oro attività professionale nelle disponibilità dei cittadini. A maggior ragione devono guardare i dati della loro condizione all’interno del contesto produttivo economico e sociale in cui lavorano». DA LA STAMPA DEL  4 LUGLIO 2014
ARTICOLO DI  PAOLO FESTUCCIA



GIORNALISTI E EQUO COMPENSO, SIDDI: "CONTRATTO AGGIUNGE DIRITTI E NON NE ANNULLA"
Intervista al segretario della Federazione nazionale della stampa dopo le tensioni e lo scontro su contratto ed equo compenso. E difende le scelte: "Per la prima volta anche gli autonomi sono un soggetto contrattuale titolare di diritti"


Roma - Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa, il sindacato dei giornalisti, difende a spada tratta il nuovo contratto firmato con gli editori della Fieg e l’accordo sul lavoro autonomo che ha definito i parametri dell’equo compenso per i giornalisti che lavorano senza contratto. “Per noi questo è un contratto che aggiunge diritti e non ne annulla alcuno”, dice il segretario dell’Fnsi a Redattore Sociale. E sulla delibera con il tariffario collegata alla legge sull’equo compenso: “Per me è solo un traguardo minimo, non è un equo compenso”.
“Gli accordi li difendo strenuamente con grande determinazione e con grande rigore sicuramente - continua Siddi - perché in questo momento l’alternativa è la fine del contratto e il cuore dell’attacco è contro la contrattazione collettiva. Non capire questo credo sia un errore gravissimo dal punto di vista strategico”. Entrambi gli accordi sono oggetto di forti critiche all’interno della categoria, con l’accusa di minare la libertà di stampa per avere svenduto il lavoro giornalistico ai poteri forti delle aziende editoriali. Ma il segretario dell’Fnsi ribatte a chi dice che l’accordo sull’equo compenso sia stata la moneta di scambio per rinnovare il contratto. “Nella maniera più assoluta – afferma il sindacalista - questa è la prima volta che la Federazione della stampa non chiude un contratto se non c’è un qualche accordo sui lavoratori autonomi. E non è mai successo. All’ultimo giro i lavoratori sono stati sempre scambiati”.
Molti, anche all’interno del sindacato, si sono dissociati, c’è un appello a un referendum tra giornalisti, oggi a Roma è in corso un’assembla “per un sindacato dei giornalisti” e l’8 luglio è prevista a Roma una manifestazione contro le decisioni della dirigenza dell’Fnsi. Siddi si scaglia contro coloro che dissentono. “Al dissenso reagiremo con i metodi e i criteri del sindacato - dichiara - il dibattito è libero nel sindacato. Ai colleghi della corrente di Puntoeacapo che hanno scelto di andarsene dal sindacato e però esigono di poter determinarne le scelte, non ho altro da dire se non auguri e buon viaggio”. Un altro nocciolo duro dell’opposizione agli accordi con gli editori è costituito dall’Associazione Stampa Romana. “Il direttivo di Stampa Romana o il suo segretario contestano il segretario della Federazione e la giunta. - ammette Siddi - È sorprendente che un’associazione si dissoci in quella maniera organizzando una protesta. Questa protesta vorrei vederla fare contro le aziende che sfruttano i colleghi, contro gli editori. È ben curioso che la controparte sia la Fnsi”.
Il segretario dell’Fnsi spiega quelli che secondo lui sono i punti di forza del nuovo contratto dei giornalisti, valido fino al 2016. “Abbiamo salvato il contratto dal rischio morte, dalla disdetta che la gran parte degli editori voleva fare - dice - e dall’attacco durissimo sferrato contro alcuni istituti fondamentali come l’articolo 2 (le collaborazioni fisse), l’articolo 34 (i poteri del Cdr), l’articolo 11 sulle qualifiche, tutti gli istituti contrattuali che comportano un costo economico e cioè i parametri di calcolo per lo straordinario, il lavoro domenicale, il notturno, le ferie. Tutti questi assalti sono stati respinti”. Passa poi a elencare quelli che ritiene dei passi in avanti. “I diritti aggiunti sono i seguenti per quanto ci riguarda: una serie di norme contrattuali coniugate con il negoziato triangolare Stato-editori-giornalisti per il decreto sui fondi di stabilità. - continua - Introduciamo una serie di misure tese a stimolare la nuova occupazione: gli sgravi al 100% che paga lo Stato per le assunzioni a tempo indeterminato, al 50% per il tempo determinato”.
Alcune misure riguardano la disoccupazione. “Gli editori non assumono più i disoccupati, i quarantenni cinquantenni che perdono il lavoro, – spiega Siddi - da parte nostra consentiamo che vengano assunti a un livello retributivo immediatamente precedente a quello che hanno lasciato. Se erano redattori ordinari ritornano a redattori prima nomina. E la stessa cosa vale per i Co.co.co. che possono trasformarsi in lavoro dipendente. Per i giovani fino a 29 anni abbiamo introdotto una norma nuova, una sfida vera e propria, l’apprendistato professionalizzante. Oggi sono rarissimi i praticantati nelle aziende, si svolge nelle scuole che costano fra i 12 e i 16 mila euro l’anno, oppure d’ufficio. Le aziende sono incoraggiate ad assumere giovani e a fargli fare il praticantato con le regole e lo stipendio da praticante. Finito l’esame lo stipendio cresce, fino ad arrivare a quello di redattore di prima nomina”. Infine Franco Siddi affronta la questione del lavoro autonomo. “Io so bene che non abbiamo raggiunto il traguardo delle aspettative che avevamo rispetto ai colleghi che si trovano in una condizione di difficoltà. Noi parliamo di ‘minimi’, non è corretto dire che i lavoratori autonomi hanno diritto a un compenso di 250 euro al mese, quello è il minimo per una quota di servizi, 12 articoli. Io non credo che chi fa 12 articoli da 1600 battute in un mese, salvo che non sia un opinionista, un inchiestista di fama, esplichi una professione piena da cui può aspettarsi un reddito per viverci. Ma volevamo che la rete delle garanzie fosse anche per quelli più piccoli. La cifra è il frutto di uno scontro tra parti, non è che la impone la Federazione o il governo”.
Il segretario nazionale dell’Fnsi parla poi della trattativa, rispondendo a un’altra delle forti critiche ricevute, vale a dire di essere riusciti perfino a peggiorare una prima offerta della Fieg, passando da 27 euro a 20 euro lorde ad articolo. “Gli editori ci hanno fatto due proposte, – spiega Siddi - una un po’ più alta per i giornali nazionali e una più bassa per i locali. Tutta la nostra giunta ha deciso che non potevamo accettare prezzi diversi per i giornali locali, niente gabbie salariali. Si è trovato un punto d’incontro, basso. Da uno a dieci, direi che è 5. Ma oggi eravamo a zero. La prossima volta si ripartirà da cinque”. Benché la legge stessa porti il nome di “equo compenso” che sta a indicare la soglia al di sotto del quale si può parlare di sfruttamento, Siddi contesta anche questa definizione.
“Non è l’equo compenso questo dal mio punto di vista, è una tariffa minima che è mediamente superiore alla media dei quotidiani italiani. Per quanto riguarda i quotidiani in Puglia pagano 8 euro e settanta, alla Prealpina di Varese pagano 9 euro, all’Eco di Bergamo pagano 14 euro, bisogna guardare la condizione di mercato, i rapporti di forza e il rapporto domanda-offerta. È una battaglia che può continuare da un punto di partenza – continua - Per i collaboratori il potere contrattuale era zero. La Fnsi da 22 anni cercava di fare qualcosa per gli autonomi. La Fieg ha sempre detto no, perché i collaboratori autonomi li considera imprenditori ma si può considerare imprenditore chi guadagna 3 euro a pezzo? Noi ci siamo sempre ribellati ma abbiamo sempre perso.Per la prima volta anche gli autonomi sono un soggetto contrattuale titolare di diritti perché nel contratto oltre al compenso c’è l’assicurazione infortuni, c’è il discorso sul diritto di firma, l’apertura sulla Casagit”. In conclusione l’ammissione che la trattativa sui giornalisti autonomi, il 60% degli iscritti all’Ordine, si è aperta solo grazie alle battaglie portate avanti dai precari e dai freelance insieme all’Ordine dei giornalisti che hanno portato all’approvazione della legge sull’equo compenso. “Senza la legge sull’equo compenso non saremmo riusciti neanche questa volta a negoziare. - dice il segretario Fnsi - Ci ha aiutato a negoziare, certamente. Per me è solo un traguardo minimo, non è un equo compenso”. (di Raffaella Cosentino) 05 luglio 2014 da http://www.redattoresociale.it/



IL SEGRETARIO SPIEGA PUNTO PER PUNTO IL CONTRATTO NEI VIDEO ACCANTO
“L’accordo contrattuale punto per punto. Questo è il titolo dell’intervento in video del segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, che appare da oggi sul sito del sindacato dei giornalisti www.fnsi.it e su www.youtube.com/user/FNSItv. Sette piccoli filmati, di pochi minuti ciascuno, che mettono in rilievo i punti qualificanti del contratto non tralasciando anche le criticità determinate da una profonda crisi del settore e dell’intera economia del Paese.
Un modo per poter conoscere e valutare la vera realtà del contratto, gli importanti interventi del governo sul settore e le ricadute su occupazione ed estensione di diritti e tutele nel giusto rispetto di comprensibili preoccupazioni per il futuro della professione giornalistica”. 

@fnsisocial

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