La Guardia di Finanza, su mandato della procura di Torino, ha perquisito casa e ufficio del giornalista de La Stampa Gianluca Paolucci. L’intervento è legato all’ipotesi di rivelazione del segreto istruttorio in relazione a due articoli pubblicati su La Stampa la settimana scorsa sulle manovre di Unipol per bloccare la riforma della Rc Auto.
Al collega sono stati sequestrati tutti gli strumenti di lavoro e materiale privato, spiega il Cdr del quotidiano nell’esprime solidarietà al giornalista.
«La vicenda del collega della Stampa Gianluca Paolucci suscita inquietudine e preoccupazione. Le modalità con cui la Guardia di Finanza ha perquisito dapprima la sua abitazione e successivamente la redazione del quotidiano torinese rappresentano un vulnus per il diritto di cronaca e per la libertà di espressione», è il commento del segretario generale e del presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
«Il sequestro dei telefoni del collega – proseguono –, dell’iPad, di diverse chiavette usb e schede di memoria con la chiara finalità di risalire alle sue fonti non può essere tollerato perché la tutela delle fonti del giornalista è uno dei pilastri della libertà di informazione. Purtroppo si tratta di una pratica sempre più diffusa cui ricorrono magistratura e forze dell’ordine spesso per risalire ai responsabili di fughe di notizie che mai possono essere addebitate e contestate ai giornalisti che hanno invece il dovere di informare i cittadini».
Nell’esprimere solidarietà al collega Paolucci e alla redazione de La Stampa di Torino, la Federazione nazionale della stampa italiana «si attiverà in tutte le sedi affinché sia ripristinato il principio della segretezza e della tutela delle fonti», concludono i vertici del sindacato.
Di seguito i comunicati dei Cdr de La Stampa e del Secolo XIX
Inquietudine e preoccupazione per le modalità d’intervento della Gdf nei confronti di Gianluca Paolucci
Il Comitato di redazione de La Stampa, interpretando le preoccupazioni e l'allarme di tutti i colleghi, manifesta la più profonda inquietudine per le modalità con cui la Guardia di Finanza è intervenuta nei confronti del nostro collega Gianluca Paolucci che ha subìto una perquisizione a casa e in redazione con il sequestro di tutti gli strumenti di lavoro e materiale privato.
L'operazione della Guardia di Finanza, su mandato della procura di Torino, è avvenuta per l’ipotesi di rivelazione del segreto istruttorio, in relazione a due articoli pubblicati su La Stampa la settimana scorsa sulle manovre di Unipol per bloccare la riforma della Rc Auto. Si tratta di fatti avvenuti tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014. La denuncia è stata fatta da Carlo Cimbri, amministratore delegato del gruppo Unipol.
La Guardia di Finanza, che si è presentata stamattina alle 8 nell'abitazione del collega e poi alle 10 sul posto di lavoro, presso la sede di Torino, ha sequestrato i suoi telefoni, il computer che usa al giornale, un iPad, numerose chiavette usb e schede di memoria.
Sono stati sequestrati anche un vecchio iPad non più funzionante e due telefoni della sua compagna, non più in uso. Hanno prelevato materiale privato del collega e due dvd con il backup dei dati relativi al suo precedente lavoro, che ha lasciato oltre dieci anni fa, materiale poi in parte restituito. Hanno setacciato con scrupolo la camera dei suoi figli, le scatole con i loro giocattoli, i libri, la cantina, il baule della Vespa in garage.
A La Stampa, invece, sono stati perquisiti materiali, archivio, documenti del giornalista. Dopo averne clonato il contenuto, al collega sono stati restituiti i telefoni che ha in uso (ma non quelli della compagna) e il suo iPad. Nei telefoni ci sono chat e contatti con le sue fonti, molte delle quali non hanno nessuna attinenza con la cronaca giudiziaria ma con il cuore della sua attività giornalistica, la cronaca economica e finanziaria.
Venerdì scorso la procura aveva già acquisito una parte delle intercettazioni, peraltro ancora disponibili online. Da allora, il collega ha continuato a lavorare e ha trovato altra documentazione. Si tratta di atti risalenti - i più recenti - a tre anni e mezzo fa. Ma che evidentemente suscitano ancora imbarazzo a Unipol e al suo amministratore delegato.
Nell'esprimere la massima solidarietà al collega Gianluca Paolucci, il Cdr ribadisce l'impegno a informare i propri lettori raccontando i fatti anche se spiacevoli per qualcuno.
La nota del Cdr del Secolo XIX
Il Comitato di redazione del Secolo XIX, interpretando le preoccupazioni e l’allarme di tutti i colleghi, manifesta la più profonda inquietudine per le modalità con cui la Guardia di Finanza è intervenuta nei confronti di Gianluca Paolucci, giornalista de La Stampa, che ha subìto una perquisizione a casa e in redazione con il sequestro di tutti gli strumenti di lavoro e materiale privato.
L’operazione della Guardia di Finanza, su mandato della procura di Torino, è avvenuta per l’ipotesi di rivelazione del segreto istruttorio, in relazione a due articoli pubblicati su La Stampa la settimana scorsa sulle manovre di Unipol per bloccare la riforma della Rc Auto. Si tratta di fatti avvenuti tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014. La denuncia è stata fatta da Carlo Cimbri, amministratore delegato del gruppo Unipol.
La Guardia di Finanza, che si è presentata stamattina alle 8 nell’abitazione del collega e poi alle 10 nella redazione del quotidiano torinese ha sequestrato i suoi telefoni, il computer che usa al giornale, un iPad, numerose chiavette Usb e schede di memoria.
Sono stati sequestrati anche un vecchio iPad non più funzionante e due telefoni della sua compagna, non più in uso. Hanno prelevato materiale privato del collega e due dvd con il backup dei dati relativi al suo precedente lavoro, che ha lasciato oltre dieci anni fa, materiale poi in parte restituito. Hanno setacciato con scrupolo la camera dei suoi figli, le scatole con i loro giocattoli, i libri, la cantina, il baule della Vespa in garage.
A La Stampa, invece, sono stati perquisiti materiali, archivio, documenti del giornalista. Dopo averne clonato il contenuto, al collega sono stati restituiti i telefoni che ha in uso (ma non quelli della compagna) e il suo iPad. Nei telefoni ci sono chat e contatti con le fonti del giornbalista, molte delle quali non hanno nessuna attinenza con la cronaca giudiziaria ma con il cuore della sua attività giornalistica, la cronaca economica e finanziaria. Venerdì scorso la procura aveva già acquisito una parte delle intercettazioni, peraltro ancora disponibili online. Da allora, il collega ha continuato a lavorare e ha trovato altra documentazione. Si tratta di atti risalenti - i più recenti - a tre anni e mezzo fa. Ma che evidentemente suscitano ancora imbarazzo a Unipol e al suo amministratore delegato.
Nell’esprimere la massima solidarietà al collega Gianluca Paolucci, il Cdr ribadisce l’impegno di tutti i giornalisti del gruppo Gedi ad informare i propri lettori raccontando i fatti anche se spiacevoli per qualcuno.