Sulla presenza – divenuta un caso – dell’ex ministro greco Varoufakis a “Che tempo che fa” interviene oggi anche l’Usigrai: “L'episodio del cachet a Varoufakis è solo l'ultimo di numerosi casi di soldi spesi in maniera dissennata. Rilanciamo la proposta di una operazione verità sui conti”, scrive il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico radiotelevisivo.
L’Esecutivo dell’Usigrai interviene sulla querelle sorta
intorno alla presenza, dietro compenso, dell’ex ministro greco Yanis Varoufakis
alla trasmissione “Che tempo che fa” andata in onda su Rai Tre lo scorso 27
settembre.
“Ora finalmente si apra una delle questioni centrali per il futuro della Rai:
lo strapotere delle società di produzione e degli agenti, che sta determinando
una privatizzazione strisciante della Rai Servizio Pubblico. E un impoverimento
delle risorse economiche”, scrive in una nota il sindacato dei giornalisti Rai.
“Ci sono trasmissioni – prosegue l’Usigrai – per le quali è assolutamente
incomprensibile il motivo per cui a produrle sono società esterne. L'episodio
del cachet pagato a Varoufakis è solo l'ultimo di numerosi casi di soldi spesi
in maniera dissennata. Segnaliamo che l'ex ministro è stato già intervistato in
passato dai giornalisti della Rai, e senza la necessità di pagare un euro”.
Anche per questo l'Usigrai “chiede che l'informazione delle reti torni sotto la
titolarità delle testate giornalistiche. Questa è la trasparenza che serve”.
“Rilanciamo – conclude la nota – la nostra proposta di un gruppo di lavoro di
studio e di proposta che faccia una operazione verità sui conti”.