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Contratti 21 Dic 2006

Lo sciopero in Sicilia: la solidarietà del Presidente della Regione Cuffaro Le dichiarazioni di Ronsisvalle, segretario generale aggiunto della Fnsi e del segretario regionale dell'Assostampa Cicero Il comunicato del Cdr de La Sicilia

Il presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, esprime solidarietà ai giornalisti impegnati nella vertenza per il rinnovo del contratto di lavoro

Il presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, esprime solidarietà ai giornalisti impegnati nella vertenza per il rinnovo del contratto di lavoro

«Sono al fianco dei giornalisti - dice il governatore - in questa fase particolarmente dura del confronto che vede la categoria impegnata per la tutela dei diritti del lavoro e in difesa dei precari. Auspico che la vertenza si chiuda al più presto con il rinnovo del contratto, perché ritengo essenziale per un sistema democratico che sia garantita un'informazione libera da qualsiasi genere di condizionamento. Un giornalismo senza regole, senza tutele e fatto di lavoro precario, non garantisce nessun cittadino». «Al presidente Cuffaro che, senza esitazioni e tornaconti politici si è schierato al fianco dei giornalisti, va un doveroso ringraziamento». Lo dice Luigi Ronsisvalle, segretario generale aggiunto della Fnsi. «La testimonianza del governatore e la vicinanza fattiva dei sindacati siciliani che hanno preso posizione a sostegno della più lunga e difficile vertenza che abbia mai interessato il mondo dell'informazione - aggiunge - confermano l'attenzione dell'opinione pubblica su un problema scottante che sta diventando una vera emergenza democratica nel nostro Paese e in Sicilia in modo particolare. In questo contesto, in Sicilia, l'eventuale uscita di quotidiani alla ricerca di facili guadagni - facendo ricorso al lavoro di precari e non contrattualizzati - sancirà la volontà degli editori e dei direttori compiacenti di arrecare offesa non solo al diritto allo sciopero della totalità della categoria, ma alla collettività tutta, offrendo un prodotto raffazzonato, approssimativo e non garante della completezza di informazione». «Questa nuova tornata di scioperi determinati unicamente dall'atteggiamento di ostinata chiusura degli editori, chiama tutti i giornalisti siciliani alla mobilitazione. I colleghi dei giornali, degli uffici stampa, delle agenzie, i free lance, i collaboratori e i corrispondenti devono sentirsi completamente coinvolti in una forma di protesta mirante a tutelare nelle aziende proprio i diritti dei più deboli e all'esterno quelli dei lettori di essere informati in maniera libera e obiettiva». Lo dice Alberto Cicero, segretario regionale dell'Assostampa. L'Associazione siciliana della Stampa attiverà ogni possibile procedura nei confronti di coloro che violeranno le regole della disciplina sindacale chiedendo sin d'ora l'intervento deciso e rigoroso dell'Ordine su tutte le eventuali violazioni deontologiche». Il comunicato del Cdr Ancora una volta i giornalisti sono costretti a scioperare per chiedere il rispetto di un diritto costituzionale: il diritto a un contratto di lavoro. Una decisione grave, che noi giornalisti de La Sicilia, come i colleghi di tutte le redazioni italiane, prendiamo con l'amara consapevolezza che il nostro sciopero nega ai cittadini un diritto fondamentale: quello all'informazione. nostro contratto collettivo di lavoro è scaduto ormai da due anni e, finora, gli editori si sono rifiutati anche solo di aprire il tavolo delle trattative. Non solo: gli editori hanno pure congelato la riforma dell'Inpgi, il nostro istituto autonomo di previdenza, con lo scopo di utilizzare questa decisione - che mette a rischio le nostre future pensioni - come arma di pressione. Gli editori vogliono destrutturare le redazioni, eliminare qualsiasi possibilità di indipendenza dei giornalisti, eliminare la stessa professione giornalistica e consegnare l'informazione nelle mani degli editori (leggasi potere economico) che potranno utilizzare come manodopera un esercito di precari a vita, ricattabili economicamente e quindi disposti a sottostare a qualsiasi ordine. Il progetto degli editori è questo: eliminare i giornalisti che, finora, hanno potuto mantenere, proprio grazie alla parte normativa del contratto, la loro indipendenza dai ricatti dei potentati economici. E l'indipendenza dei giornalisti è una garanzia per voi lettori: è una garanzia a salvaguardia della libertà e della pluralità dell'informazione, cardine della stessa democrazia. I giornalisti non stanno lottando per ottenere aumenti salariali: stiamo lottando per la nostra sopravvivenza e per la sopravvivenza della democrazia in Italia. Per questo, chiediamo scusa per il diritto all'informazione che, per 12 giorni nel corso di quest’anno, e ora per altri tre giorni, siamo costretti a negare ai lettori. Cittadini ai quali chiediamo solidarietà alla nostra lotta, che è una strenua difesa di beni intangibili ma preziosissimi: la libertà e la democrazia. Valori che noi diamo per scontati ma che scontati,purtroppo, non sono.

@fnsisocial

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