CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Fnsi a Fieg: «I giornalisti hanno dimostrato responsabilità»
Fnsi 16 Nov 2025

Fnsi: «I giornalisti hanno dimostrato responsabilità, la Fieg non ci usi come un bancomat»

Il sindacato replica agli editori che alla proclamazione dello sciopero per il 28 novembre hanno risposto con un appello a un «confronto realistico» sulle sfide dell'editoria. «È responsabile pagare i collaboratori 2-5 euro a pezzo? Non voler affrontare i temi dell'innovazione tecnologica dell'IA e delle grandi piattaforme? È responsabile - rimarca la Fnsi - il modello di giornali fatti da precari e pensionati per risparmiare sul costo del lavoro?».

Gli editori chiedono ai giornalisti responsabilità. Responsabili lo siamo da dieci anni: tanto è durata la fuga degli editori dai tavoli contrattuali. E da tanto, infatti, è scaduto il contratto senza che noi portassimo la protesta in piazza.

Siamo stati talmente responsabili che al tavolo del contratto abbiamo proposto alla delegazione della Fieg di presentare insieme al governo una piattaforma comune per la riforma e il sostegno del settore che contenesse iniziative comuni come il 'bonus informazione'. Un bonus per poter permettere ai cittadini di usufruire di una buona informazione in un'epoca di fake news. Un bonus per far tornare i ricavi nelle aziende. Questa proposta non solo non è stata presa in considerazione, ma è stata accolta con fastidio.

Le proposte della Fieg? Solo tagli sul costo del lavoro futuro e presente. Condannando la categoria dei giornalisti a pensioni da fame e indebolendo il loro welfare.

Agli editori interessano soldi per alleggerire il costo del lavoro con i prepensionamenti e sostituire i giornalisti oggi al lavoro con giovani senza diritti, pagati una miseria, e con pensionati. Chiedono poi soldi a fondo perduto, sovvenzioni certe ogni anno per le copie vendute e la distribuzione, ma senza dare nulla in cambio. Tutto questo a discapito della qualità dell'informazione.

Alla Fnsi interessa un'informazione correttamente sostenuta che possa continuare a svolgere con autorevolezza il suo ruolo di bilanciamento democratico del Paese.

Quelli che chiedono responsabilità ai giornalisti sono gli stessi editori che hanno massacrato il nostro istituto previdenziale, l'Inpgi, con stati di crisi ripetuti, anche quando i bilanci erano floridi, ricattando le redazioni con i licenziamenti collettivi. Dal 2011 ad oggi siamo passati da 19mila giornalisti dipendenti ai 13mila attuali: circa il 30% dei posti di lavoro in meno tenendo conto delle assunzioni dovute per legge.

Quanto agli scatti in percentuale si ricorda alla Fieg qui, esattamente come è stato fatto al tavolo, che rappresentano la tutela dell'autonomia professionale di chi, per una ragione o per l'altra, viene penalizzato nei percorsi di carriera da editori e direttori.

E a proposito di responsabilità: è responsabile pagare i collaboratori 2-5 euro a pezzo? È responsabile non voler affrontare i temi dell'innovazione tecnologica dell'IA e delle grandi piattaforme? È responsabile il modello di giornali fatti da precari e pensionati per risparmiare sul costo del lavoro? E, ancora, trovata la gabola di una legge di 35 anni fa sulla ricongiunzione contributiva, è responsabile incentivare i colleghi purché escano prima dalle redazioni?

Gli editori la smettano di usare la categoria come un bancomat.

@fnsisocial

Articoli correlati