Un nuovo appello per consentire ai giornalisti di tutto il mondo di entrare a Gaza e negli altri scenari di guerra, ma anche un richiamo alla difesa dei diritti del lavoro giornalistico. Sono i due temi principali emersi nel corso dei lavori del Comitato esecutivo della Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj), riunito per due giorni al Ciheam di Valenzano (Bari), il 2 e il 3 dicembre 2025. Venticinque i giornalisti provenienti da tutto il mondo per partecipare ai lavori.
Tra questi anche Nasser Abu Baker, presidente del Sindacato dei giornalisti palestinesi, che durante la conferenza stampa convocata mercoledì 3 dicembre al termine dei lavori del Comitato ha ricordato i «crimini di guerra perpetrati dall'esercito israeliano». Fra questi le uccisioni di almeno 256 giornalisti, diventati un obiettivo dichiarato dell'esercito israeliano, ma anche dei coloni, della polizia e dei servizi di sicurezza.
«Un bavaglio alla stampa palestinese 'colpevole' di aver documentato quanto avviene da due anni a Gaza. Un bavaglio attuato anche colpendo famiglie e abitazioni dei giornalisti, molti dei quali incarcerati, e chiudendo decine di emittenti radio televisive. Questo sostegno e questa solidarietà da parte della Federazione internazionale dei giornalisti e, con essa, della Fnsi sono molto importanti per continuare a denunciare i crimini che avvengono in Palestina», ha detto Abu Baker.
«Da gennaio del 2024 la Fnsi ha cominciato a scrivere all'ambasciata israeliana che i giornalisti non sono un bersaglio e devono poter lavorare tranquillamente», ha ricordato Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione nazionale Stampa italiana. «Stiamo portando avanti una proposta da presentare alle istituzioni europee per equiparare i giornalisti agli operatori della Croce Rossa. In questo modo vogliamo dare ai giornalisti inviati nei territori di guerra una tutela in più. L'ultimo atto è stato un appello al governo italiano, ma anche all'Europa affinché facciano pressione sul governo israeliano per fare entrare i giornalisti internazionali a Gaza, teatro di una barbarie indicibile», ha ribadito Costante.
«È stata dichiarata guerra alla libertà di stampa», ha affermato la presidente della Ifj, Dominique Pradalié, ricordando i giornalisti ammazzati e incarcerati in varie parti del mondo, a cominciare da quanto sta avvenendo nella striscia di Gaza. Non a caso proprio Ifj e Sindacato dei Giornalisti Francesi hanno presentato la scorsa settimana una denuncia legale contro Israele per presunta ostruzione del lavoro dei giornalisti francesi nei territori palestinesi. Denuncia presentata all'ufficio del procuratore antiterrorismo di Parigi, appellandosi ad una norma del Codice penale francese: l'obiettivo è ottenere la condanna di Israele per aver ostacolato la libertà di informazione.
«La denuncia è stata l'ultimo tentativo di fare pressione su Israele affinché apra Gaza alla stampa internazionale», ha dichiarato il segretario della Ifj Anthony Bellanger, che ha ringraziato la Fnsi per il sostegno dimostrato in questa battaglia e ha manifestato supporto ai giornalisti italiani che hanno scioperato lo scorso 28 novembre.
«Durante questi due giorni di lavori - ha rilevato Raffaele Lorusso, componente del Comitato esecutivo della Federazione internazionale dei giornalisti - si è parlato di questioni legate alla difesa della libertà di stampa, ma anche di difesa dei diritti del lavoro dei giornalisti. Una professione sempre più precaria e sempre più debole. Situazione che in Italia conosciamo da tempo. Siamo reduci da uno sciopero dell'intera categoria indetto per rilanciare la nostra battaglia sul rinnovo del contratto nazionale giornalistico. Questo è uno dei temi affrontati in questi due giorni, assieme alla richiesta a governo italiano e istituzioni europee per consentire l'ingresso dei giornalisti nei teatri di guerra, a cominciare dalla Palestina».
Non solo guerra nell'agenda della missione barese della Ifj. Un altro tema centrale è quello del diritto dei giornalisti a non essere ricattabili dal punto di vista economico. «Un giornalista economicamente ricattabile è un giornalista debole. Per questo motivo abbiamo scioperato. Uno sciopero non politico, ma sindacale, per garantire ai giornalisti che verranno di avere gli stessi diritti di chi fa oggi questo mestiere. La concorrenza contrattuale ha già devastato la categoria. Autonomi e parasubordinati sono i più poveri fra i nostri colleghi, per i quali noi ci battiamo», ha detto ancora Costante.
Ha inviato il proprio saluto ai componenti del Comitato anche Luca Scandale, commissario dell'Agenzia Regionale del Turismo Pugliapromozione. «L'arrivo dei giornalisti da tutto il mondo a Bari in occasione del Comitato esecutivo della Federazione Internazionale dei Giornalisti - ha evidenziato - oltre ad essere un presidio di democrazia per la libertà di stampa, per la Puglia rappresenta una opportunità per far conoscere il territorio e rafforzare la destinazione turistica». (mf)