In Italia le retribuzioni invece di aumentare, diminuiscono. A luglio l'Ocse aveva prodotto una fotografia impietosa: rispetto al 2021 gli stipendi del 2025 erano crollati del 7,5%. «L'Italia ha registrato il calo più significativo dei salari reali tra tutte le principali economie di Ocse», diceva l'Employment outlook 2025 dell'agenzia.
I lavoratori italiani da almeno 20 anni stanno subendo la svalutazione del lavoro. E tra i lavoratori anche i giornalisti: i dipendenti hanno il contratto fermo dal 2016 e i minimi contrattuali al 2012; gli autonomi hanno medie retributive ridicole per un Paese democratico che si attestano tra gli 11 mila euro all'anno per i cococo e i 17 mila per le partite IVA.
Per questo la Federazione nazionale della Stampa italiana, sindacato unitario dei giornalisti, aderisce alla manifestazione indetta per domani, sabato 25 ottobre 2025, dalla Cgil "Democrazia al lavoro" per rilanciare la contrattazione collettiva, cancellare i contratti gialli, riportare il lavoro al centro dell'agenda politica.
Secondo la Fnsi è indispensabile una mobilitazione unitaria delle forze sindacali, collettiva e trasversale per riportare ai tavoli della contrattazione associazioni datoriali sfuggenti, troppo abituate a sfruttare il lavoro piuttosto che retribuirlo in maniera corretta.