Federazione nazionale della Stampa italiana in piazza, a Roma, sotto la sede Rai di via Teulada con Usigrai e Stampa Romana, per esprime la solidarietà e vicinanza del sindacato a Sigfrido Ranucci all'indomani dell'attentato al giornalista conduttore di Report le cui auto sono state distrutte da un ordigno piazzato davanti casa nella notte tra il 16 e il 17 ottobre 2025.
Un presidio aperto alla partecipazione di associazioni, altri sindacati, studenti, cui hanno preso parte anche i presidenti di Ordine nazionale e regionale dei giornalisti, Carlo Bartoli e Guido D'Ubaldo, esponenti politici.
«Esprimo un ringraziamento alla politica, che ha manifestato solidarietà a Sigfrido Ranucci. Saremmo ancora più grati se tutta la politica ora si attivasse per approvare norme a tutela del lavoro dei giornalisti», ha detto la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante.
«Dopo le parole di solidarietà - ha aggiunto - occorre mettere mano alle leggi: riformare la legge sulla stampa, la legge professionale, recepire le norme europee contro le querele temerarie, dare attuazione al Media Freedom Act». Mesi fa, ad una riunione dell'Osservatorio sulle minacce ai cronisti al ministero dell'Interno, «la Fnsi ha chiesto che si arrivi ad una aggravante per il reato di minacce ai giornalisti, come succede per i medici. Non abbiamo ancora avuto risposta», ha concluso la segretaria generale Costante.
«Siamo da tempo in un clima di insofferenza nei confronti del giornalismo di inchiesta non è che possiamo dimenticare quello che è stato fatto nei confronti della redazione di Report, di Sigfrido Ranucci e in generale nei confronti di tutti i giornalisti di inchiesta. La solidarietà fa piacere, ma ora non è più il momento delle parole, ora è il momento di agire. Se questa solidarietà è vera, allora servono atti concreti», la posizione del presidente della Federazione nazionale della stampa, Vittorio di Trapani.
«Basta querele bavaglio. Basta politici che querelano giornalisti», l'appello del segretario del sindacato dei giornalisti Rai, Macheda, che ha aperto il sit-in. «Quanto accaduto stanotte è di tremenda gravità, riflettano quei politici che hanno attaccato Ranucci perché quando si usano certe parole ci si può aspettare di tutto. Siamo ad un punto di non ritorno, che sia un momento di svolta affinché la politica finora sorda si attivi a tutela della libertà di stampa», ha ammonito il segretario di Stampa Romana, Stefano Ferrante.
Al presidio anche il Comitato di redazione dell'Approfondimento Rai, il consigliere di amministrazione Roberto Natale, rappresentanti dell'Associazione nazionale magistrati e dell'Anpi, delle associazioni Stampa estera, Articolo21, Giornalisti NoBavaglio, colleghe e colleghi di Report e dei Tg Rai.
A conclusione del presidio Ranucci, visibilmente commosso, si è affacciato dal primo piano dell'edificio. Pochi secondi prima era stato annunciato che non sarebbe potuto scendere a salutare la folla radunatasi per mostrargli supporto. Nessuna parola da parte del conduttore, solo baci e sorrisi amari. Le persone presenti, invece, hanno applaudito e gli hanno urlato «siamo noi la tua scorta» e «forza». (mf)