Negli ultimi 34 anni in Italia, in media, è stato sciolto per mafia un Comune al mese. Dal 2 agosto 1991 al 30 settembre 2025 sono stati 402 gli scioglimenti di Enti locali per infiltrazioni mafiose, decisi dal Consiglio dei ministri e promulgati da decreti del Presidente della Repubblica. Sono 11 le regioni coinvolte da scioglimenti – che diventano 13 se consideriamo le verifiche concluse con un’archiviazione. L’89% degli scioglimenti (360) si è verificato in Calabria, Campania e Sicilia. Percentuale che sale al 96% (386) se consideriamo anche la Puglia.
Questi sono alcuni dei dati che sono stati illustrati da Claudio Forleo, responsabile dell’Osservatorio Parlamentare di Avviso Pubblico in occasione della presentazione de 'Il male in Comune', dedicato al fenomeno delle infiltrazioni mafiose, svoltasi nella sala Walter Tobagi della Fnsi martedì 2 dicembre 2025. Un report realizzato da Avviso Pubblico per raccontare l’estensione e l’evoluzione di un’emergenza democratica che mina le istituzioni l’economia e la fiducia dei cittadini nella Pubblica Amministrazione.
Vittorio di Trapani, presidente della Fnsi, ha evidenziato che sindacato dei giornalisti e Avviso Pubblico «svolgono sul territorio un ruolo in qualche modo complementare. La buona pubblica amministrazione e la buona stampa sono antidoto alle mafie e alla corruzione, perché sono un presidio sul territorio in favore della democrazia. Una stampa forte è anche un presidio democratico di vigilanza che consente anche alla buona pubblica amministrazione di resistere alle pressioni e alle infiltrazioni».
«Avviso Pubblico ha pubblicato un primo dossier su questo tema nel 2019, raccontando l’evoluzione di un fenomeno che ha uno spettro nazionale, benché la percezione comune fosse di un fenomeno molto circoscritto solo ad alcune ragioni. Ne sono emersi dati importanti. Uno su tutti: un comune sciolto al mese», ha commentato Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico.
Il sostituto procuratore antimafia, Salvatore Dolce, ha aggiunto: «Le indagini delle 26 procure distrettuali, negli ultimi dieci anni hanno dimostrato come oggi le mafie tendono sempre di più ad abbandonare il metodo della violenza e dell’intimidazione e a privilegiare la strada della collusione, della corruzione. Soprattutto nel centro nord. E questo non è un caso. È ovvio che viaggiare sotto traccia, senza il clamore degli attentati, delle bombe e delle minacce aiuta moltissimo i clan. Per questa ragione è necessario tenere alta l’attenzione e lavorare per creare una zona sinergica, che coinvolga i cittadini e le associazioni come Avviso Pubblico».
Il presidente dell’Anac Giuseppe Busia ha sottolineato: «Le infiltrazioni mafiose nei Comuni costituiscono un risvolto oscuro e inquietante della realtà dei territori italiani. Il coinvolgimento di Enti anche di grandi dimensioni, dove sempre più spesso si presenta la necessità di porre fine all’amministrazione eletta per avviare una fase di commissariamento, rappresenta un caso limite, il segnale di un fallimento, il sintomo di un pericoloso radicamento del crimine organizzato, un indizio evidente che la mafia è entrata nelle istituzioni». (anc)
PER APPROFONDIRE
Di seguito è possibile scaricare il dossier 'Il male in Comune in formato pdf: