Giornalisti di Repubblica in «sciopero immediato» per protestare contro la decisione del gruppo Gedi di vendere lo storico settimanale L'Espresso. «Decisione che il gruppo non ha esitato a formalizzare proprio mentre l'Europa è sconvolta per la guerra in Ucraina e mentre i nostri inviati sono incessantemente impegnati a raccontare quanto avviene su quei fronti», sottolinea compatta la redazione.
Il giornale non sarà in edicola domani, 8 marzo 2022, e il sito non sarà aggiornato dalle 19 di oggi alle 19 di domani.
«La redazione di Repubblica – si legge in un comunicato del Comitato di redazione pubblicato anche sul sito web del quotidiano – ritiene che la cessione dell'Espresso, che fino a 48 ore prima era stata negata, sia un atto grave che mette a repentaglio il futuro di tutto il gruppo Gedi. Cedere la testata capostipite di Repubblica e patrimonio del giornalismo italiano segnala una grave mancanza di fiducia sullo sviluppo a lungo termine».
I giornalisti di Repubblica, prosegue il Cdr, «hanno intrapreso con impegno e massimo sforzo la riconversione della nostra offerta informativa verso le sfide del digitale. Di contro la proprietà, mentre i colleghi sono impegnati nei teatri di guerra, conferma una strategia di riorganizzazione e ridimensionamento: cessioni di testate, accorpamenti di rami d'azienda e uscite incentivate del personale. Oggi pagano i colleghi dell'Espresso, a cui va la solidarietà di Repubblica e l'impegno al massimo sostegno possibile».
Una deriva, incalzano i rappresentanti sindacali, «che non può essere ulteriormente accettata in silenzio. Per questo l'assemblea proclama lo sciopero, affida al Cdr un pacchetto altri 3 giorni di astensione e gli conferisce il mandato di chiedere all'azienda impegni vincolanti e chiari su investimenti e perimetro aziendale».
La redazione del Secolo XIX: «La vendita dell'Espresso indebolisce tutto il gruppo»
«La redazione de Il Secolo XIX, che già si è opposta alla decisione del gruppo Gedi di cedere l'Espresso esprimendo piena solidarietà ai colleghi ancora prima che le voci di cessione venissero confermate, si schiera a fianco della redazione di Repubblica». Lo si legge in una nota del Comitato di redazione de Il Secolo XIX.
«La scelta di cedere l'Espresso è una dismissione che indebolisce il nostro gruppo e lo priva di una delle sue testate storiche, fatta in nome di una strategia che fino ad oggi ha visto solo dismissioni e tagli. Alla luce di questi sviluppi, il Cdr de Il Secolo XIX chiede urgentemente un chiarimento con l'editore che coinvolga tutte le rappresentanze sindacali delle testate del gruppo Gedi», spiega ancora il Cdr.
Stato di agitazione a La Stampa, i giornalisti: «Urgente un chiarimento con l'editore»
L'assemblea dei redattori de La Stampa, «schierati a fianco della redazione di Repubblica, registra con allarme la decisione di Gedi di cedere l'Espresso ed esprime piena solidarietà ai colleghi dopo che è stato ufficializzato il passaggio della testata al gruppo Bfc». Lo si legge in una nota con cui la stessa assemblea dichiara lo stato di agitazione.
«Si tratta di una dismissione che indebolisce il nostro Gruppo - prosegue la nota - e lo priva di una delle sue testate storiche, fatta in nome di una strategia che fino ad oggi ha visto soprattutto dismissioni e tagli su più fronti. Alla luce di questi sviluppi aziendali si reputa urgente un chiarimento con l'editore che coinvolga tutte le rappresentanze sindacali delle testate del gruppo per concordare le azioni necessarie».