«Il lavoro è il fondamento della Repubblica. Dalla festa del Primo Maggio deve partire l'impulso per ridare centralità al lavoro, recuperandone appieno il valore, anche remunerativo. Che questo tema sia il filo conduttore dell'iniziativa nazionale promossa da Cgil, Cisl e Uil, il primo maggio ad Assisi, intrecciato ai temi della pace e della crescita del Paese, è sacrosanto e condivisibile. Per questa ragione, la Fnsi aderisce alla manifestazione nazionale dei sindacati confederali, schierandosi al loro fianco nella richiesta di mettere in campo ogni sforzo per far cessare la guerra in Ucraina scatenata dalla Federazione Russa». È quanto si legge in una nota del sindacato dei giornalisti.
«Il protrarsi delle ostilità – afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – rischia non soltanto di moltiplicare morti e distruzioni, ma anche di produrre pesanti ricadute di natura economica e occupazionale su larga scala. Il Primo Maggio deve tornare ad essere la Festa del Lavoro inteso come valore e, soprattutto, fattore di riscatto sociale e di crescita individuale e collettiva. Occorre invertire la tendenza degli ultimi decenni in cui il lavoro è diventato precario, discontinuo, debole, povero, sempre più privo di diritti e di tutele, se non drammaticamente assente. Una situazione che accomuna i lavoratori di numerosi comparti e categorie e alla quale non fa eccezione l'informazione. Anche i giornalisti sono sempre più lavoratori senza diritti, talvolta sfruttati, sicuramente più ricattabili che in passato. Per questo è necessario che il mondo del lavoro, unitariamente, torni a far sentire la propria voce per far sì che i diritti sociali riacquistino la necessaria e imprescindibile centralità».