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Contratti 24 Nov 2006

John Elkann, presidente dell'Itedi: “Per il contratto serve ragionevolezza” Giulio Anselmi, direttore della 'Stampa': “Sindacato debole ma gli editori cercano di fracassarlo”

''Penso che arriveremo a una soluzione. Bisogna essere ottimisti, ma serve anche ragionevolezza''. Lo ha detto John Elkann, presidente dell'Itedi, il gruppo editoriale che fa capo alla Fiat, a proposito della vertenza dei giornalisti sul contratto.

''Penso che arriveremo a una soluzione. Bisogna essere ottimisti, ma serve anche ragionevolezza''. Lo ha detto John Elkann, presidente dell'Itedi, il gruppo editoriale che fa capo alla Fiat, a proposito della vertenza dei giornalisti sul contratto.

L'occasione è stata il dibattito presso lo storico Liceo Classico D'Azeglio con 250 studenti piemontesi che partecipano all'iniziativa 'Il quotidiano in classe'', promossa dall'Osservatorio Permanente Giovani-Editori. A sollecitare Elkann e il direttore della 'Stampa', Giulio Anselmi, è stata una studentessa che ha chiesto se non sia il caso che editori e giornalisti si vengano incontro evitando la delusione di non trovare il quotidiano in edicola. ''I giornalisti - ha ammesso il direttore della Stampa, Giulio Anselmi - sono una corporazione protetta, soprattutto coloro che hanno ruoli di responsabilità. Il sindacato dei giornalisti vive qualche difficoltà e gli editori cercano di fracassarli. I giornalisti meritano di essere ridimensionati nel loro potere sindacale, ma gli editori cercano addirittura di fracassarli''. ''Stiamo cercando di riscrivere le regole - ha aggiunto Elkann - nell'interesse di chi fa il giornale e di chi lo legge''. (ANSA) "Io penso che arriveremo ad una soluzione. Bisogna essere ottimisti ma bisogna anche essere ragionevoli". Così John Elkann, presidente dell'Itedi, la società editrice del quotidiano torinese "La Stampa" ha risposto, oggi, a margine di un incontro con gli studenti del liceo classico 'D'Azeglio' di Torino, organizzato dall'Osservatorio Permanente Giovani Editori. E ad una ragazza che chiedeva ad editori e giornalisti di venirsi incontro per evitare altre giornate di black out televisivo dell'informazione, Elkann ha spiegato: "Quello che si sta cercando di fare è vedere se si riescono a riscrivere certe regole che, secondo gli editori, permetterebbero di creare un'organizzazione interna ai giornali, che andrebbe a maggior favore dei lettori". E della difficile vertenza che vede contrapposti editori e giornalisti ha parlato anche il direttore del quotidiano torinese, Giulio Anselmi: "I giornalisti - ha affermato – sono stati una categoria troppo protetta, una corporazione. In questo momento il sindacato dei giornalisti vive delle difficoltà e gli editori cercano di fracassarlo. I giornalisti - ha aggiunto - meritano di essere ridimensionati del loro potere sindacale ma gli editori cercano addirittura di fracassarli". A John Elkann, ad Anselmi, al presidente dell'Osservatorio, Andrea Ceccherini, i giovani hanno domandato come si diventa giornalisti, quali sono le difficoltà che si incontrano, come si riesce ad entrare nelle redazioni. "La redazione de 'La Stampa' - ha risposto scherzosamente Anselmi - sarà tanto più fatta da giovani quanto più il mio editore mi consentirà di assumere. In realtà - ha poi aggiunto - a rendere più difficile il ricambio è il fatto che i giornali, negli anni, si sono riempiti di giornalisti determinando una situazione di fissità, che non c'è in altri settori. Quando ci sarà una logica, tanto da parte degli editori che del sindacato dei giornalisti, che consentirà maggiore elasticità, ma questo non significa più precarietà, allora sarà più facile il ricambio. Su questo punto però la mia categoria è particolarmente rigida". Ed ancora la strada per imparare il mestiere, ha spiegato ai giovani liceali il direttore de 'La Stampa', "è andare a bottega, impararlo nelle redazioni. Sui diversi master che vengono proposti - ha aggiunto - invito invece ad essere cauti". Da parte del presidente dell'Osservatorio Permanente Giovani Editori, Andrea Ceccherini, promotore dell'incontro di oggi, a Torino, un invito ai ragazzi perchè si avvicinino ai quotidiani "magari con diffidenza, con una lettura critica, ma ricordando che restano uno strumento che aiuta ad accostarsi con profondità alle cose. E chi va a più a fondo – ha concluso - spesso va anche più lontano e riesce ad essere più libero". (AGI)

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