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Foto: ImagoEconomica by AI MID
Media 03 Mar 2025

Intelligenza artificiale, 8 giornalisti su 10 chiedono regole chiare e più formazione

Presentati lunedì 3 marzo 2025 a Roma i risultati di uno studio frutto della collaborazione fra l'Ordine nazionale dei giornalisti e l'Università Lumsa. Il report da scaricare.

Otto giornalisti italiani su dieci concordano sulla necessità di regolamentare l'uso dell'intelligenza artificiale generativa e di garantire trasparenza, segnalando quando viene impiegata. È solo uno dei dati contenuti nella ricerca su 'L'intelligenza artificiale nella professione del giornalista' presentata lunedì 3 marzo 2025, a Roma.

Frutto della collaborazione fra l'Ordine nazionale dei giornalisti e l'Università Lumsa, lo studio mette in evidenza, fra l'altro, come rimanga forte fra i giornalisti l'idea che il giornalismo debba mantenere il suo carattere investigativo e critico. Ad esempio, l'82% dei partecipanti alla rilevazione ritiene che il 'vero' giornalista debba basarsi su ricerche sul campo e verifica critica delle fonti.

Dall'indagine emerge poi l'interesse da parte dei giornalisti per la formazione sull'utilizzo dell'Ia, con il 70% del campione che si dichiara totalmente o molto interessato a partecipare a corsi dedicati: chiedono corsi introduttivi che colmino le lacune di base; percorsi di approfondimento sugli strumenti che la tecnologia mette a disposizione, come per l'analisi dei dati o per il fact-checking automatizzato; o, ancora, sulle implicazioni etiche dell'impiego dell'Intelligenza artificiale applicata al giornalismo.

Fra gli obiettivi della ricerca anche la valutazione del livello di familiarità con le tecnologie di Ia da parte dei giornalisti italiani, i loro atteggiamenti, i benefici e i rischi che associano all'adozione dell'Intelligenza artificiale a e le attese in termini di formazione professionale.

In termini generali, dai dati emerge una conoscenza degli strumenti di Ia non molto elevata, ad eccezione dei programmi di traduzione automatica e per la generazione di immagini, con la maggior parte dei giornalisti che hanno partecipato alla rilevazione che non mai o solo raramente ha utilizzato strumenti di Ia.

Sul tema degli atteggiamenti verso l'Intelligenza artificiale, emerge che all'Ia viene riconosciuta la capacità di migliorare l'efficienza, soprattutto nella riduzione dei tempi di produzione di contenuti e nella raccolta delle informazioni. Ma solo un giornalista su 5 crede che la verifica delle fonti possa essere migliorata dall'intelligenza artificiale e forti sono i timori legati agli effetti dell'impiego nella professione.

La preoccupazione maggiore riguarda la produzione di contenuti di bassa qualità, ma non mancano quote importanti di giornalisti che esprimono preoccupazione rispetto ai potenziali effetti negativi sulle redazioni, come l'aumento del divario generazionale e l'aumento delle fake news.

PER APPROFONDIRE
L'indagine è stata condotta su un campione di 972 fra pubblicisti e professionisti, principalmente fra i 43 e i 58 anni. Le regioni più rappresentate sono Lazio, Lombardia e Toscana, con una distribuzione maggiore nelle città con grandi centri editoriali, come Roma e Milano. Il testo completo è allegato di seguito.

@fnsisocial

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