«Epiteti irripetibili, insulti, denigrazioni non devono mai appartenere a chi fa informazione». La Cpo Fnsi condanna i termini violenti pronunciati dagli ospiti della trasmissione "Bene Bene Male Male" andata in onda sulle frequenze di Controradio srl, venerdì 19 febbraio, nei confronti dell'onorevole Giorgia Meloni, «una grave forma di violenza verbale di genere che chi ha la direzione e la responsabilità di una testata deve contrastare con ogni mezzo», si legge in una nota inviata dalla presidente Mimma Caligaris al direttore dell'emittente.
Nel prendere atto della presa di distanza dell'emittente, la Commissione pari opportunità della Federazione nazionale della Stampa italiana «auspica che in futuro non ci sia mai spazio per chi usa le parole come pietre, colpendo deliberatamente al solo scopo di offendere. Al direttore e alle colleghe e ai colleghi della redazione, che sappiamo impegnate e impegnati in progetti e trasmissioni per la cultura della parità – conclude la presidente della Cpo – ricordiamo i principi contenuti nel Manifesto di Venezia per il rispetto e la parità di genere nell'informazione e nell'articolo 5 bis del testo unico deontologico».
Assostampa Toscana: «Solidarietà a Giorgia Meloni e alle colleghe e ai colleghi della radio»
L'Associazione Stampa Toscana e Stefania Guernieri, componente toscana della Commissione pari opportunità della Fnsi, «aggiungono le loro espressioni di solidarietà all'onorevole Giorgia Meloni per gli epiteti offensivi e sessisti ricevuti dal professor Giovanni Gozzini durante un intervento ospitato da Controradio ed esprimono, al contempo, vicinanza alle colleghe e ai colleghi dell'emittente fiorentina che ha prontamente preso le distanze da tali affermazioni».
Ast e Cpo toscana, si legge in una nota, «vogliono anche richiamare l'attenzione sul fatto che non si può approfittare del diritto di tribuna, da oltre 45 anni garantito a tutti da una delle radio storiche del panorama toscano, per esprimere apprezzamenti e concetti che superano il diritto di cronaca e di espressione e sconfinano in un linguaggio assolutamente censurabile. Politici e personaggi pubblici intervistati, o comunque invitati, dovrebbero tener conto che al microfono di una testata non ci si può esprimere come, purtroppo e troppo spesso, si fa sui social. Non a caso – prosegue l'Assostampa – l'Ast si è onorata di organizzare, insieme alla Regione Toscana, seminari sul linguaggio di genere, proprio per richiamare l'attenzione ad un uso appropriato di un bene che va usato correttamente: la parola. Per questo il sindacato dei giornalisti sarà sempre al fianco delle colleghe e dei colleghi che ogni giorno si battono faticosamente per assicurare un'informazione corretta e con linguaggi lontani da quelli dalla violenza e del sessismo, invitandoli a troncare sul nascere ogni deriva nel corso di interviste o di interventi di ospiti».
Le giornaliste di Controradio: «Amarezza e rabbia per le offese dai "nostri" microfoni»
«Prendiamo le distanze da questo linguaggio discriminatorio e sessista che non ci rappresenta in alcun modo e che combattiamo ogni giorno. È dunque doppia l'amarezza e la rabbia per quanto avvenuto ai "nostri" microfoni. Lo avvertiamo come un abuso degli spazi di libertà e come uno svilimento dell'impegno quotidiano della radio e della sua redazione. Riteniamo di avere subito una mancanza di rispetto anche nei confronti del lavoro di sensibilizzazione che insieme ai colleghi portiamo avanti ogni giorno». È quanto si legge in una nota diffusa da giornaliste di Controradio, l'emittente fiorentina sulla quale lo storico Giovanni Gozzini ha espresso offese sessiste nei confronti di Giorgia Meloni.
«Anni di percorsi di sensibilizzazione nelle scuole, di progetti europei contro la violenza verbale, psicologica e fisica, di reportage, testimonianze, interviste, dirette che, dalle frequenze di Controradio, hanno sempre promosso la cultura della parità non possono essere calpestati da dichiarazioni sessiste e da una violenza delle parole che deve trovare argine certo e incondizionato a tutela di ogni donna e di ogni persona», concludono le giornaliste ringraziando «i numerosi colleghi e le colleghe che in queste ore hanno dimostrato solidarietà e riconoscimento per l'impegno di Controradio e della sua redazione per una corretta narrazione di genere».