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Contratti 24 Lug 2006

Il Presidente della Repubblica: “In un paese civile i contratti si rinnovano” Il Presidente della Camera: “Il contratto di lavoro è una condizione di civiltà” Le dichiarazioni di Serventi e Siddi

"Dovrebbe essere normale che in un paese civile i contratti si rinnovino alla loro scadenza". Lo ha detto Giorgio Napolitano riferendosi alla vertenza del contratto nazionale dei giornalisti italiani.

"Dovrebbe essere normale che in un paese civile i contratti si rinnovino alla loro scadenza". Lo ha detto Giorgio Napolitano riferendosi alla vertenza del contratto nazionale dei giornalisti italiani.

A sollevare la questione, nel corso dell'udienza con i giornalisti parlamentari, il presidente della Asp Pierluca Terzulli. "Considero del tutto validi ed attuali i contenuti del messaggio indirizzato dal presidente Ciampi alle Camere" a riguardo - ha aggiunto. Questo "anche alla luce del recente richiamo dell'Unione Europea" in materia. (AGI) BERTINOTTI, CONTRATTO LAVORO CONDIZIONE CIVILTA' ''Il contratto di lavoro è una condizione di civiltà. E l'attesa che nutre in questo senso la categoria dei giornalisti va compresa e sostenuta''. Lo ha detto il presidente della Camera Fausto Bertinotti durante la cerimonia del Ventaglio a Montecitorio. ''Il contratto nazionale di lavoro - prosegue - è un asse indispensabile nel mondo del lavoro''. (ANSA) Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Le parole del Capo dello Stato dovrebbero essere ben meditate dalla Federazione degli Editori che si ostina a non voler riaprire le trattative per il contratto dei giornalisti. La Federazione Nazionale della Stampa, anche in relazione alla riflessione del Presidente Napolitano, conferma di essere disponibile in qualunque momento ad aprire un negoziato senza pregiudiziali di alcun genere sulle posizioni degli editori. Ci limitiamo a chiedere un analogo rispetto per la piattaforma presentata dalla Fnsi. E’ evidente che se la Fieg non accoglierà i molti inviti al dialogo, autorevolmente espressi a livello istituzionale e politico, il Sindacato dei giornalisti procederà con le iniziative di protesta già annunciate”. Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, presente stamani alla cerimonia del “Ventaglio”, al Quirinale, ha dichiarato: “Sono di grande rilevanza le due sottolineature che il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha fatto oggi in ordine ai problemi dell’informazione e in materia di sicurezza e disciplina del lavoro. Affermando di considerare tuttora valido e attuale (e di far proprio) il messaggio del suo predecessore Ciampi, nel 2002, alle Camere, il Presidente della Repubblica ha indirettamente indicato al Parlamento la necessità di riprendere mano ad un disegno riformatore, di riassetto del sistema, a sostegno e a garanzia del pluralismo. Le parole del Presidente Napolitano appaiono infatti la presa d’atto di un problema che permane e il suo richiamo al messaggio di Ciampi segnala che questa è materia su cui il Parlamento è chiamato a dare risposte. La Federazione Nazionale della Stampa guarda sin d’ora con grande interesse e disponibilità al confronto con le Istituzioni parlamentari e a una ripresa d’iniziativa che voglia mettere al centro il superamento degli squilibri e la reale promozione del pluralismo. Quanto ai temi del lavoro, specificatamente del contratto dei giornalisti, su cui il Capo dello Stato ha detto parole molto chiare, in risposta alla sollecitazione del Presidente dell’Associazione Stampa Parlamentare Pierluca Terzulli, non si può non prenderne atto con grande responsabilità e positività. L’avviso del Presidente Napolitano, secondo il quale “dovrebbe essere normale che in un Paese civile i contratti si rinnovino alla loro scadenza”, è condiviso da tutta la Federazione Nazionale della Stampa, disponibile non da oggi al negoziato per rinnovare un contratto scaduto da quasi un anno e mezzo. Come parte sociale raccogliamo senz’altro questa considerazione che invita, indirettamente ma in termini molto netti, a procedere nei tempi giusti e dovuti ai rinnovi contrattuali. Rilanciamo la disponibilità al confronto e l’auspicio che il Governo su questo tema – come già su quello della sicurezza del lavoro pure richiamato da Napolitano - diventi sempre più parte attiva e sensibile, anche a fronte degli oltranzismi delle controparti editoriali come nel caso della Fieg”. Siddi: "Parole Bertinotti interpellano Fieg e Governo" “Le parole del Presidente della Camera Bertinotti, dopo quelle di ieri del Capo dello Stato, sulla dignità del lavoro dei giornalisti e sulla necessità di dar corso regolare al rinnovo del contratto collettivo interpellano la controparte editoriale e il Governo. La condivisa considerazione della più Alta magistratura della Repubblica e della terza carica dello Stato sul contratto quale condizione di civiltà pesa come un giudizio e come un monito per chi, come la Fieg, nega ostinatamente il negoziato un anno dopo la scadenza dello statuto del lavoro nell’informazione. L’autorevolezza delle considerazioni delle più alte cariche dello Stato evidenzia la carenza di visione dell’organizzazione rappresentativa degli editori, prigioniera ancora di una linea muscolare inutile e dannosa inidonea a promuovere un futuro importante per tutto il settore. La questione - come ha detto stamani il Presidente Bertinotti in risposta alla sollecitazione del Presidente dell’Associazione Stampa Parlamentare Pierluca Terzulli – è quella del futuro del rapporto di lavoro dei giornalisti quale asse della qualità dell’informazione e delle relazioni sociali e industriali del Paese. Dopo questi rinnovati interventi al Governo è chiesta un’iniziativa attiva per assicurare le condizioni dell’autonomia e della dignità professionale, che affronti i nodi del precariato diffuso e degli obblighi sociali delle imprese, e per promuovere una reale democrazia economica nel settore. I contratti non sono mai stati un ostacolo ma una premessa per lo sviluppo. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, protagonista del primo contratto collettivo siglato in Italia (1911), conosce questa strada, non rinuncia mai al negoziato ma se questo non ci sarà il conflitto – pesantemente in atto in molte realtà – sarà inevitabilmente molto vasto e rovente”.

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