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Contratti 28 Nov 2006

Ieri quasi tutti i quotidiani in edicola senza firme per lo sciopero proclamato dai giornalisti per la vertenza contrattuale Fnsi: “Condividiamo e sosteniamo”

Oggi decine di quotidiani italiani sono usciti senza firme dei giornalisti. La decisione dello sciopero è stata presa a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto di lavoro. Ecco la lista provvisoria dei giornali dove è stato deciso lo sciopero delle firme: Corriere della Sera, la Repubblica, i quotidiani del Gruppo Finegil, il Manifesto, Il Giornale, Liberazione, L'Unità, Qn, il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno, L'Indipendente, La Discussione, Il Messaggero, La Gazzetta dello Sport, il Corriere dello Sport-Stadio, Il Mattino di Napoli, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Tempo, Il Domani di Bologna, L'Avvenire, Il Secolo XIX, La Stampa. Venerdì 1 dicembre, lo sciopero delle firme verrà attuato dai colleghi del Gazzettino di Venezia, Giornale di Sicilia, La Sicilia, La Gazzetta del Sud e Nuovo Quotidiano di Puglia. Pubblichiamo alcuni comunicati di adesione allo sciopero delle firme.

Oggi decine di quotidiani italiani sono usciti senza firme dei giornalisti. La decisione dello sciopero è stata presa a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto di lavoro. Ecco la lista provvisoria dei giornali dove è stato deciso lo sciopero delle firme: Corriere della Sera, la Repubblica, i quotidiani del Gruppo Finegil, il Manifesto, Il Giornale, Liberazione, L'Unità, Qn, il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno, L'Indipendente, La Discussione, Il Messaggero, La Gazzetta dello Sport, il Corriere dello Sport-Stadio, Il Mattino di Napoli, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Tempo, Il Domani di Bologna, L'Avvenire, Il Secolo XIX, La Stampa. Venerdì 1 dicembre, lo sciopero delle firme verrà attuato dai colleghi del Gazzettino di Venezia, Giornale di Sicilia, La Sicilia, La Gazzetta del Sud e Nuovo Quotidiano di Puglia. Pubblichiamo alcuni comunicati di adesione allo sciopero delle firme.

Da 641 giorni, infatti, gli editori si rifiutano di discutere del rinnovo del contratto nazionale. La loro idea di giornalismo e di informazione è assolutamente inaccettabile: prevede che i giornali vengano realizzati da personale precario, attraverso la completa liberalizzazione dei contratti a tempo determinato; vogliono applicare la legge Biagi in modo da poter costringere un giornalista ad essere trasferito da una testata all'altra sotto forma di "prestito", vogliono che i responsabili delle redazioni siano posti sotto il controllo diretto dell'editore a cui dovranno obbedire pena il licenziamento; vogliono togliere gli scatti di anzianità biennali decurtando fino al 30 per cento le attuali retribuzioni; vogliono limitare i poteri agli organismi sindacale; vogliono imporre il trasferimento dei giornalisti in un'altra sede, dotandosi così di una possibile forma di ricatto contro i giornalisti scomodi. Nel frattempo, questi stessi editori violano in continuazione norme sindacali, regole e contratti. Al di là delle specifiche richieste delle parti in causa, è assolutamente intollerabile che in uno Stato di diritto un soggetto contrattuale come la Fieg possa sottrarsi per tanto tempo e senza plausibili motivazioni alla legittima richiesta della controparte di discutere insieme le regole della vita professionale e di relazione. Diritti e doveri che i giornalisti italiani sono sempre pronti a discutere, nonostante l’atteggiamento di incomprensibile chiusura dei loro editori. Chiediamo che non siano minate le garanzie minime per un'informazione democratica e libera da vincoli. Ci opporremo con tutti i mezzi a nostra disposizione per evitare che questo continui ad avvenire. I giornalisti vogliono essere attori dell’informazione e non vogliono, non possono e non devono accettare di diventare solo comparse sulla scena. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “La Segreteria della Fnsi ha appreso che i comitati di redazione di alcuni quotidiani nazionali hanno proposto una giornata di sciopero delle firme per domani a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto dei giornalisti. Si tratta di una proposta che il Sindacato dei giornalisti condivide e sostiene. Da 639 giorni, infatti, gli editori sfuggono il tavolo contrattuale e mettono in discussione il futuro del sistema previdenziale della categoria. L’apertura dei tavoli proposti dal Governo rappresenterebbe invece una strada di confronto complessivo, nell’ambito del quale affrontare anche i temi posti nel rinnovo contrattuale”. Lettera aperta al presidente del Consiglio, Romano Prodi, del Coordinamento dei Cdr del Gruppo Espresso-Repubblica-Finegil-Ellemedia: "Faccia sentire la sua voce con gli editori, il contratto è un diritto sancito dalla Costituzione" Cosi' i giornalisti del Gruppo l'Espresso - La Repubblica - Finegil - Elemedia, scrivono al premier in una lettera aperta, chiedendogli di intervenire nella complessa vicenda del rinnovo del contratto dei giornalisti. (ANSA - ROMA, 28 novembre) Egregio Presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi, faccia sentire la sua voce agli editori richiamandoli al rispetto delle regole. Cosi' i giornalisti del Gruppo l'Espresso - La Repubblica - Finegil - Elemedia, scrivono al premier in una lettera aperta, chiedendogli di intervenire nella complessa vicenda del rinnovo del contratto dei giornalisti. ''I giornalisti italiani - scrivono - attendono da piu' di 640 giorni il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. L'aspettativa di chiudere una vertenza dalla quale dipende il proprio futuro professionale ed economico, ma anche quello di 22mila precari, e' frustrata dall'atteggiamento degli editori che non accettano neppure di sedersi al tavolo con la Federazione nazionale della Stampa per avviare una discussione senza pregiudiziali. La Fieg ha opposto un rifiuto anche al recente invito del ministro del Lavoro Cesare Damiano e del sottosegretario all'editoria Riccardo Franco Levi. Gli oltre duemila giornalisti e collaboratori del Gruppo l'Espresso - La Repubblica - Finegil -Elemedia si rivolgono a Lei dopo cinque giorni di sciopero delle firme perche' ritengono sia arrivato il momento di un Suo richiamo al rispetto delle regole. Il contratto collettivo, come ha ricordato autorevolmente il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e' un diritto sancito dalla Costituzione che tra i suoi principi fondanti vede quelli della liberta' di espressione, della liberta' di stampa e di una giusta retribuzione per tutti i lavoratori''. ''Al di la' delle specifiche richieste delle parti in causa - continuano - e' assolutamente intollerabile che in uno Stato di diritto un soggetto contrattuale possa sottrarsi per tanto tempo e senza plausibili motivazioni alla legittima richiesta della controparte di discutere insieme le regole della vita professionale e di relazione. Diritti e doveri che i giornalisti italiani sono sempre pronti a discutere, nonostante l'incomprensibile atteggiamento di chiusura dei loro editori. I giornalisti non sono disposti a scendere a compromessi sui diritti dei meno garantiti fra loro e considerano assolutamente inaccettabile il progetto della Fieg di introdurre una flessibilita' selvaggia nei luoghi di lavoro''. ''Presidente Prodi, certi che lei in tutti questi giorni e' stato un attento osservatore della nostra vertenza, Le chiediamo di far sentire la Sua voce con gli editori - concludono i giornalisti del Gruppo Espresso-La Repubblica-Finegil-Elemedia - a favore dei quali anche in questa Finanziaria sono stati stanziati ingenti fondi per sostenerne l'attivita' di pubblico interesse. I giornalisti sono protagonisti dell'informazione e non vogliono, non possono, accettare di diventare solo comparse sulla scena''. LE ADESIONI MESSAGGERO, DUE GIORNI SCIOPERO FIRME E PACCHETTO DI ALTRI 10 GIORNI AFFIDATI AL CDR ROMA, 29 nov - Due giorni senza firme da subito e un pacchetto di altri dieci giorni affidati al Comitato di redazione. Questa la decisione presa all'unanimità dall'assemblea dei redattori del Messaggero, alla quale è intervenuto il segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi. La redazione si è detta ''pronta ad attuare altre forme di lotta che riguardino l'applicazione letterale del contratto di lavoro e di altri accordi interni''. ''È uno dei momenti più belli e importanti della nostra storia'' ha detto il segretario della Fnsi, riferendosi allo sciopero delle firme, deciso congiuntamente, oggi su domani, da grandi e piccoli giornali. ''Gli editori prevedevano che il sindacato si sarebbe spaccato - ha aggiunto Serventi Longhi - Questo non sta succedendo. Anzi, la mobilitazione sta diventando generale anche su iniziative diverse dallo sciopero''. (ANSA) SCIOPERO FIRME ALLA POLIGRAFICI EDITORIALE FIRENZE, 29 NOV - ''Sciopero delle firme'' nei quotidiani della Poligrafici editoriale. L'annuncio è stato fatto dai Comitati di redazione dei giornali del gruppo: Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione e Qn. ''I Comitati di redazione dei quotidiani della Poligrafici editoriale - si legge nella nota - aderiscono allo 'sciopero delle firme' promosso per oggi in molte testate italiane, d'intesa con la Fnsi, a sostegno della vertenza contrattuale. Questa decisione può dare il via ad altre forme di protesta, da affiancare alle iniziative nazionali''. (ANSA) IL TEMPO DOMANI SENZA FIRME ROMA, 29 nov - I redattori de Il Tempo aderiscono allo sciopero delle firme indetto per oggi dalla Fnsi. Anche Il Tempo dunque domani uscirà senza firme dei redattori e dei collaboratori. Ne da notizia il Cdr del quotidiano. (ANSA) SCIOPERO FIRME ALLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO BARI, 29 NOV - I giornalisti e i collaboratori della Gazzetta del Mezzogiorno ''aderiscono allo 'sciopero delle firme', in atto oggi nella grande maggioranza dei quotidiani italiani nell'ambito dello stato di agitazione della categoria proclamato in seguito al mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro, le cui trattative sono ferme da quasi due anni per esclusiva responsabilità degli editori''. Lo rende noto un comunicato del Cdr del quotidiano barese nel quale si annuncia che ''la protesta dei giornalisti della Gazzetta proseguirà anche nella giornata di giovedì 30; la Gazzetta del Mezzogiorno sarà quindi in edicola domani 30 novembre e venerdì 1 dicembre senza le firme dei suoi giornalisti''. (ANSA) SCIOPERO FIRME ANCHE A "L'AVVENIRE" Roma, 29 nov. - Anche i giornalisti di Avvenire aderiscono allo sciopero delle firme indetto per oggi dai Cdr e dalla Fnsi. "La redazione di Avvenire - scrive in una nota il CdR del quotidiano cattolico - aderisce alla protesta che porta oggi la gran parte dei quotidiani italiani a uscire senza la firma dei giornalisti. L'iniziativa, appoggiata dalla Federazione nazionale della Stampa, è volta a sollecitare ancora una volta l'apertura della trattativa per il contratto di lavoro, scaduto da ben 640 giorni, senza ledere i diritti dei lettori a un'informazione accurata e completa". "La redazione - si legge ancora nella nota – apprezza l'editoriale pubblicato da Avvenire sabato scorso in cui si invitavano gli editori a rendersi finalmente disponibili al dialogo. Ma registra che anche questo appello è caduto nel vuoto. La Federazione degli editori persiste infatti in un'ostinato e irragionevole rifiuto di ogni trattativa nonostante che la Fnsi abbia dato la propria disponibilità a un confronto senza pregiudiziali. I giornalisti di Avvenire confermano dunque il proprio sostegno alla vertenza". (AGI) SCIOPERO DELLE FIRME AL TIRRENO LIVORNO, 29 NOV - Anche i giornalisti del Tirreno aderiscono allo sciopero nazionale delle firme. Lo rende noto il Cdr del quotidiano. ''Una forma di protesta nuova - spiega il Cdr in un comunicato -, che ha già avuto grandi risultati e che è nata, nel corso di questa vertenza, nel nostro giornale per poi essere fatta propria dal Coordinamento dei Cdr del Gruppo Espresso e, a seguire, da altre testate. Si tratta di un'iniziativa - conclude la nota - che si accompagna a tutte le altre forme di protesta che si renderanno necessarie per dare il via a una trattativa sul rinnovo del contratto di lavoro dei giornalisti''.(ANSA) SCIOPERO FIRME A CORRIERE DELLO SPORT ROMA, 29 nov - L'assemblea d redattori del Corriere dello Sport-Stadio ha votato all'unanimità l'adesione allo sciopero delle firme proclamato per la giornata di domani. Lo rende noto un comunicato del Cdr. L'assemblea ha inoltre riconosciuto - si legge ancora nella nota - la necessità di estendere l'iniziativa di protesta della Fnsi anche ai prossimi giorni. (ANSA) SCIOPERO DELLE FIRME AL GIORNALE ROMA, 29 nov - Anche la redazione del Giornale ha votato in assemblea lo sciopero della firma per la giornata di domani. Lo rende noto il Cdr in un comunicato. ''Uno schieramento compatto - aggiunge la nota - di tutta la redazione, Milano e Roma - contro l'atteggiamento della Fieg''. (ANSA) MANIFESTO E UNITÀ ADERISCONO ALLO SCIOPERO DELLE FIRME 29 novembre - Anche il Manifesto e L'Unità aderiscono oggi allo sciopero delle firme indetto per oggi dalla Fnsi. Anche questi due giornali usciranno dunque domani senza firme. (ANSA) LIBERAZIONE ADERISCE ALLO SCIOPERO DELLE FIRME 29 novembre - I redattori di Liberazione aderiscono allo sciopero delle firme indetto per la giornata di oggi, con effetto sul numero in edicola domani, proposto da alcuni Cdr e sostenuto dalla Fnsi. Come è noto, ricorda una nota del quotidiano della Rifondazione comunista, i giornalisti italiani sono da quasi due anni impegnati in un duro braccio di ferro con gli editori per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Tra le iniziative di lotta indicate dal sindacato per affrontare questa fase della vertenza è compresa anche quella dello sciopero delle firme. ''Va ricordato - si legge nella nota - che la Mrc spa, editrice del nostro giornale, nei giorni scorsi ha preso pubblicamente le distanze dalla rigida posizione assunta dalla Fieg, invitando gli editori a sedersi al tavolo della trattativa. L’adesione della redazione di Liberazione allo sciopero delle firme è, pertanto - conclude la nota - , espressione dell’esigenza di fare fronte comune con i colleghi delle altre testate per dare visibilità a una lotta che ci riguarda tutti''. (ANSA) “L’INDIPENDENTE” USCIRÀ SENZA FIRME 29 novembre - Anche l'Indipendente domani uscirà senza firme. L'assemblea dei redattori del quotidiano, infatti, aderisce allo sciopero delle firme indetto per la giornata di oggi, con effetto sul numero di domani, dalla Federazione nazionale della stampa. Ne ha dato notizia il fiduciario di redazione, Errico Novi. (ANSA) IL COMITATO DI REDAZIONE DE "IL GAZZETTINO" Venezia, 29 novembre 2006 Cari colleghi, aderendo all’iniziativa sostenuta dalla Fnsi in difesa del diritto al rinnovo del Contratto nazionale, ormai scaduto da oltre 640 giorni, anche il Cdr de “Il Gazzettino”, al pari di molte altre testate, ha deciso di attuare da domani, giovedì 30 novembre, lo “sciopero delle firme”, in modo da uscire con articoli non firmati sul giornale in edicola venerdì 1 dicembre e nei giorni successivi. Queste le motivazioni dell’iniziativa, che sarà spiegata anche ai lettori del nostro giornale. “Il Gazzettino da oggi esce senza le firme dei giornalisti sugli articoli: una forma di agitazione che non investe la qualità dei contenuti del giornale. Da oltre 640 giorni, infatti, gli editori si rifiutano di sedersi al tavolo con i giornalisti per discutere del rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Dietro il rifiuto, immotivato e inaccettabile, c’è una precisa volontà di scontro, una “voglia di resa dei conti sociale”, come hanno denunciato anche autorevoli esponenti del mondo politico. Non possiamo accettare lo stravolgimento del concetto di giornalismo, con un’informazione che diverrebbe ampiamente condizionabile. In particolare gli editori pretendono: giornali realizzati da personale precario, attraverso la completa liberalizzazione dei contratti a tempo determinato; di continuare a retribuire i giornalisti free lance discrezionalmente, fino all’offensiva corresponsione di 1 euro ad articolo, “prendere-o-lasciare”; un’applicazione della legge Biagi in modo da poter costringere un giornalista ad essere trasferito da una testata all'altra sotto forma di “prestito”; di porre i responsabili delle redazioni sotto controllo diretto dell'editore al quale dovranno obbedire pena il licenziamento; di togliere gli scatti di anzianità biennali decurtando fino al 30 per cento le attuali retribuzioni; di limitare i poteri e diritti degli organismi sindacali; di imporre il trasferimento dei giornalisti in un'altra sede, dotandosi così di una possibile arma di ricatto contro i giornalisti “scomodi”. Nel frattempo, questi stessi editori violano in continuazione norme sindacali, regole e contratti. I giornalisti non stanno facendo una battaglia per chiedere più soldi e non perché possano contare su stipendi d'oro: oggi chi comincia a fare il giornalista impiega in media 10 anni a trovare un posto di lavoro stabile (quando ci riesce) e in questo tempo guadagna in media 5mila euro lordi all'anno, mentre il primo stipendio dei nuovi assunti è di 15mila euro lordi all'anno. In compenso, i bilanci delle nostre aziende segnano utili e vantano risultati nettamente superiori alla crescita del Pil. Inoltre, gli editori ricevono ogni anno dallo Stato sovvenzioni pari a circa 700 milioni di euro. L’obiettivo reale degli editori è fare dei giornali senza giornalisti: che servizio potremmo fornire ai cittadini laddove fossero minate le garanzie minime per un'informazione democratica e libera da vincoli?”. Cordiali saluti IL COMUNICATO DEL CDR DEL GIORNALE PRIMORSKI DNEVNIK "Su proposta del Comitato di Redazione i giornalisti del quotidiano in lingua slovena Primorski dnevnik, con sede a Trieste, aderiscono alla giornata di sciopero delle firme indetta dai principali quotidiani nazionali e messa in atto da numerosi quotidiani regionali e locali, da far valere nell’edizione di domani 30 novembre 2006. Confermiamo pieno sostegno all’iniziativa di protesta che vuole rendere evidente l’inaccettabile rifiuto degli editori al confronto per il rinnovo contrattuale nonostante reiterati appelli delle più alte cariche istituzionali e di numerose rappresentanze della società civile, inoltre la loro chiara volontà di ignorare la voce di chi quotidianamente si assume la responsabilità di un’informazione democratica e assolutamente libera da vincoli e ricatti di sorta". STATO DI AGITAZIONE ALL’ASCA NELL’AMBITO DELLE INIZIATIVE PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO FNSI-FIEG 28 novembre - Si avvisano gli utenti che il notiziario dell'Asca potrebbe subire dei rallentamenti a causa dello stato di agitazione proclamato dai redattori dell'agenzia a sostegno della Fnsi. Impegnata nelle difficili trattative per il rinnovo del contratto giornalistico e contro i tagli previsti dalla Finanziaria per il settore dell'editoria. (ASCA) SCIOPERO DELLE FIRME AL CORRIERE DELLA SERA E ALLA GAZZETTA DELLO SPORT 27 novembre - Sciopero delle firme al Corriere della Sera e alla Gazzetta dello Sport come forma di protesta contro il rifiuto degli editori di sedersi al tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro. L'assemblea dei giornalisti del 'Corriere della Sera' ha deciso di ritirare le firme dal quotidiano di via Solferino, in seguito al mancato rinnovo del contratto tra Fnsi e Fieg, scaduto da 638 giorni. «La particolare forma di 'sciopero bianco' - informa il comitato di redazione - scatta da subito. L'assemblea ha dato mandato all'organismo sindacale di decidere se lo sciopero deve durare solo qualche giorno o debba essere ad oltranza, sino a quando, cioè, non si apriranno le trattative tra le due Federazioni». Analoga la posizione dei giornalisti della 'Gazzetta dello Sport'. «In questo modo - spiega il cdr - i quotidiani della Rcs proseguono l'agitazione iniziata nei giorni scorsi dai colleghi del Gruppo Espresso-Repubblica». (AGI) -------------------------------------------------- Il Corriere della Sera oggi esce senza firme, malgrado tutta la redazione, collaboratori e opinionisti, abbiano lavorato ieri come al solito: in segno di rispetto verso i nostri lettori, abbiamo attuato una forma di agitazione che non condiziona la qualità dei contenuti del giornale. Da 639 giorni gli editori si rifiutano di discutere con i giornalisti del rinnovo del contratto nazionale. La loro idea di giornalismo e di informazione è assolutamente inaccettabile: prevede che i giornali vengano realizzati da personale precario, attraverso la completa liberalizzazione dei contratti a tempo determinato; vogliono applicare la legge Biagi in modo da poter costringere un giornalista ad essere trasferito da una testata all’altra sotto forma di “prestito”; vogliono che i responsabili delle redazioni siano posti sotto controllo diretto dell’editore a cui dovranno obbedire pena il licenziamento; vogliono togliere gli scatti di anzianità biennali decurtando fino al 30 per cento le attuali retribuzioni; vogliono limitare i poteri degli organismi sindacali; vogliono imporre il trasferimento dei giornalisti in un’altra sede, dotandosi così di una possibile arma di ricatto contro i giornalisti “scomodi”. Nel frattempo, questi stessi editori violano in continuazione norme sindacali, regole e contratti. Anche nei giornali del gruppo Rcs, l’invadenza della pubblicità e del marketing ha raggiunto livelli preoccupanti e intollerabili e le professionalità e le competenze vengono svilite in nome degli interessi del mercato. I giornalisti non stanno facendo una battaglia per chiedere più soldi e non perché possano contare su stipendi d’oro: oggi chi comincia a fare il giornalista impiega in media 10 anni a trovare un posto di lavoro stabile (quando ci riesce) e in questo tempo guadagna in media 5 mila euro lordi all’anno, mentre il primo stipendio dei nuovi assunti è di 15 mila euro lordi all’anno. In compenso, i bilanci delle nostre aziende segnano utili e vantano risultati nettamente superiori alla crescita del Pil. Inoltre, gli editori ricevono ogni anno dallo Stato sovvenzioni pari a circa 700 milioni di euro. I giornalisti chiedono che non siano minate le garanzie minime per un’informazione democratica e libera da vincoli: i nostri editori sono banchieri, assicuratori, imprenditori di tutti i settori, dall’edilizia alle telecomunicazioni. Non si può discutere sulle basi poste oggi dagli editori: probabilmente, il loro obiettivo reale è fare dei giornali senza giornalisti. E, quindi, senza informazione. Ci opporremo con tutti i mezzi a nostra disposizione per evitare che questo avvenga. L'assemblea di redazione del Corriere della Sera "SCIOPERO DELLE FIRME" PER IL CONTRATTO ANCHE AL SECOLO XIX 27 novembre - Con un comunicato alla redazione, il Cdr del Secolo XIX ha dato il via nei giorni scorsi allo sciopero delle firme iniziati domenica, raccogliando le indicazioni provenienti da altri Cdr e della Fnsi. A tutti i colleghi: "Il Cdr vi conferma quanto già comunicato nelle informative verbali di oggi: da domani (sul giornale di domenica) i giornalisti del Secolo XIX attuano lo sciopero della firma in segno di protesta contro il rifiuto delle trattative contrattuali da parte della Fieg. La protesta proseguirà a oltranza fino a quando non si apriranno spiragli su questo fronte. All’astensione dalla firma sono tenuti tutti i colleghi contrattualizzati in qualsiasi forma, ma invitiamo tutti a fare in modo che aderiscano anche i collaboratori esterni e i corrispondenti non contrattualizzati, visto che la vertenza nazionale verte soprattutto sulla tutela del lavoro autonomo e sulla lotta al precariato."

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