L’8 marzo del 2006 le giornaliste della Commissione Pari Opportunità della Fnsi avevano fatto parlare Rosa Quote, provocatorio personaggio-simbolo della rappresentanza di genere nella politica, dopo la bocciatura del progetto di legge sulle quote rosa nelle liste elettorali e negli organismi istituzionali.
In un anno, però, la situazione non è cambiata per nulla; anzi, qua e là si vedono preoccupanti segnali di nuove limitazioni all’accesso delle donne alla rappresentanza politica e sindacale, nei vertici delle aziende - anche editoriali - e in ogni settore dell’economia. E le giornaliste, che sono e vogliono essere le “antenne” di quanto sta accadendo in Italia, in questo 2007, anno europeo delle pari opportunità, proprio per questa ragione scelgono di non affidarsi ad un’unica voce, ma di amplificare quelle sparse su tutto il territorio nazionale; organizzando e partecipando ad iniziative diverse, per raccogliere dalle donne e dalle città una testimonianza di ciò che si sta facendo, di quali siano le priorità su cui insistere, sia nel campo dell’informazione e della comunicazione, che per quanto riguarda i diritti, il lavoro, la battaglia culturale contro gli stereotipi. Un “male” da eliminare, quello degli stereotipi di genere nella società, e di riflesso nell’informazione, sul quale le giornaliste della Commissione Pari Opportunità, hanno concordato nei mesi scorsi con la ministra delle Pari Opportunità Barbara Pollastrini di intraprendere iniziative comuni; e vogliamo che continui il dialogo, avviato proprio nell’anno di Rosa Quote, con le donne parlamentari: perché si parli di più delle donne della politica, oltre che far crescere il loro numero; e loro stesse ricordino il bisogno di informare, di diffondere le azioni positive quando ci sono, di denunciare invece il troppo che non va. E non è un caso che a Bologna l’8 marzo giornaliste e giornalisti emiliani decidano una giornata di riflessione “dalla Costituente al contratto”, ascoltando le protagoniste della Costituente di ieri e del mondo dell’informazione di oggi. Sono infatti ormai due anni che è scaduto il contratto di lavoro dei giornalisti italiani e la battaglia per il rinnovo, che ha già avuto momenti durissimi, continua per garantire diritti a tutti i giornalismi, e per tutelare specialmente le fasce di operatori meno garantiti, tra cui le donne sono prevalenti. E allora, in questo 8 marzo a Siracusa si discute sulla violenza contro le donne e i mass media, a Milano delle conquiste femminili nel lavoro e nella società, a Genova di comunicazione pubblicitaria e corpo femminile, a Roma, tra festa e testimonianze si parlerà dell’Afghanistan, a Udine le manifestazioni per la festa della donna sono una riflessione lunga un mese puntata sulla Cina. Dai nostri “cento fiori” trarremo informazioni e suggerimenti, ma soprattutto conferme:che senza le donne, nell’informazione e in ogni settore della società italiana, non si può pensare a progresso e sviluppo.