Una giornata densa di spunti riflessione con un parterre di relatori provenienti dai diversi ambiti della comunicazione, giornalistica e non solo, e l'occasione per presentare il nuovo Rapporto 'News vs. fake nel sistema dell'informazione', realizzato dall'Autorità. Questo è stato il seminario 'Giornalismi nella società della disinformazione', organizzato dall'Agcom nella sede della Fnsi nell'ambito degli eventi in programma per celebrare il ventennale dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Giornata impreziosita da un messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ancora una volta ha voluto ribadire il ruolo dell'informazione come «bene pubblico» e «strumento primario di conoscenza e di valutazione critica», oltre che «diritto di rilevanza costituzionale».
All'iniziativa, insieme con i commissari dell'Authority Mario Morcellini e Antonio Nicita, hanno partecipato – fra gli altri – il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Verna; i giornalisti Lucia Annunziata, Paolo Liguori, Alessandro Barbano e Michele Mezza; Marco Del Mastro, direttore del Servizio Economico Statistico dell'Autorità; Fabrizio Carotti, direttore generale della Fieg; Marco Bardazzi, direttore della comunicazione esterna di Eni; Franco Siddi, presidente di Confindustria RadioTv; Vito Tenore, consigliere della Corte dei Conti e docente della Scuola nazionale dell'amministrazione.
A rappresentare la Federazione nazionale della Stampa italiana è stato Mattia Motta, vicesegretario della Fnsi e presidente della Commissione nazionale lavoro autonomo del sindacato, che ha centrato il suo intervento sul tema del precariato dilagante nel settore del giornalismo. «I co.co.co – ha esordito – rappresentano oggi una forma di sfruttamento legalizzato che sta tenendo sotto scacco migliaia di giornalisti. Se il governo continuerà a bloccare iniziative per la cancellazione dei contratti atipici in ambito giornalistico siamo pronti a organizzare una iniziativa pubblica in difesa dei cittadini e del diritto dell'opinione pubblica ad essere informata da giornalisti liberi e indipendenti che tali non possono essere se pagati ancora oggi pochi euro al pezzo».
Letto il messaggio del presidente della Repubblica, il commissario Agcom Mario Morcellini ha analizzato la condizione di crisi che sta attraversando il giornalismo. «Oggi nessun bene è garantito, bisogna guadagnarsi credibilità e autorevolezza nel lavoro quotidiano, ispirandosi ai valori del passato, ma parlando con i linguaggi degli utenti, comprese le cosiddette periferie sociali».
Secondo Morcellini «è fondamentale far capire all'opinione pubblica e ai giornalisti che l'informazione è uno dei beni difesi dall'Autorità. Il cambiamento che il Paese ha avuto è stato troppo accelerato e insufficientemente raccontato, sia dai sociologi e dagli studiosi che dagli stessi giornalisti. Giornalismo – ha sottolineato – significa far compagnia alle persone nel processo del cambiamento, mettere in campo testi, sostegni e soprattutto dati, che mancano particolarmente, che aiutino le persone a rendere meno amaro e compulsivo il processo del cambiamento. Questo lavoro il giornalismo non sempre è in grado di farlo perché la preparazione è stata per una stagione diversa».
Il presidente del Cnog, Carlo Verna, ha ringraziato il capo dello Stato, evidenziando che «finché ci sarà un presidente come Sergio Mattarella la libertà di stampa in Italia non è a rischio. Ma è comunque soggetta a cannoneggiamento e noi non staremo trincerati in una difesa, ma ci sarà un contrattacco in nome dei cittadini, dell'articolo 21 della Costituzione e dell'esigenza di essere correttamente informati. Oggi – ha aggiunto –una parte del governo si appalesa con molta evidenza come un avversario della libertà di stampa. Ci sono stati tanti attacchi, ma insulti di quel tipo da un ministro della Repubblica non se n'erano mai ricevuti. A quelli seguono altre provocazioni a cui risponderemo. Questa è una situazione in cui servirebbe grande serenità, ci troviamo di fronte invece a un attacco quotidiano basato sugli slogan».
Per il rappresentante della Fieg, Fabrizo Carotti, «i giornali restano l'architrave dell'informazione, anche se si può fare di più e meglio. Il ruolo degli editori è offrire le condizioni esterne strutturali affinché queste voci continuino ad esserci. Alle aziende – ha aggiunto – serve essere libere in un contesto di mercato e la certezza del quadro normativo. Le regole per tutelare un prodotto devono essere garantite, perché l'informazione di qualità necessità di risorse adeguate».
Marco Bardazzi ha citato gli esempi del New York Times e della Bbc e approfondito il caso Eni, osservando che «anche nelle aziende c'è grande fame di giornalismo, c'è bisogno di raccontare delle storie e avere a disposizione chi le sappia raccontare. Saper raccontare le storie è un vantaggio competitivo che i giornalisti hanno e bisogna cercare di sfruttarlo».
A chiudere i lavori il commissario Agcom Antonio Nicita, che, tirando le fila della giornata, è tornato sul Rapporto, diffuso oggi dall'Autorità, in materia 'News vs. fake nel sistema dell'informazione' (il testo è disponibile a questo link).