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Contratti 17 Nov 2006

Franco Laratta (Ulivo): "Soluzione vertenza sia celere"

Il deputato dell'Ulivo Franco Laratta auspica una celere soluzione della vertenza tra la Federazione nazionale della stampa e la Federazione degli editori. "Naturalmente - ha detto il parlamentare – spero vivamente che sia a vantaggio della categoria dei giornalisti che da due anni aspettano invano il rinnovo contrattuale, altrimenti è la fine della professione".

Il deputato dell'Ulivo Franco Laratta auspica una celere soluzione della vertenza tra la Federazione nazionale della stampa e la Federazione degli editori. "Naturalmente - ha detto il parlamentare – spero vivamente che sia a vantaggio della categoria dei giornalisti che da due anni aspettano invano il rinnovo contrattuale, altrimenti è la fine della professione".

Il deputato, che è giornalista, iscritto all'Ordine regionale della Calabria, era intervenuto nelle scorse settimane sollecitando lo sblocco della vertenza e invitando la Fieg a fare un passo indietro rispetto alle richieste avanzate. Oggi ha sottoscritto una mozione insieme ad altri deputati, primo firmatario Folena, impegnando il governo a "adottare tutte le misure necessarie al fine di riaprire la trattativa tra editori e giornalisti evidenziando le preoccupazioni per il protrarsi della vertenza, anche in riferimento alla condizione dei giornalisti precari". Nella mozione i parlamentari chiedono al governo di farsi promotore, "in tempi brevi, di un'iniziativa legislativa necessaria a modificare i criteri con i quali oggi vengono elargiti i contributi indiretti all'editoria, subordinando gli stessi alla regolarizzazione, anche graduale, del personale precario impiegato". Infine di rappresentare "in sede di Unione europea, la contrarietà alle modifiche alla direttiva "Tv senza frontiera" che rischiano di colpire la raccolta pubblicitaria della carta stampata". Il deputato ha espresso anche preoccupazione per il futuro di migliaia di giovani che hanno scelto di seguire studi specifici, tipo Scienze della Comunicazione. "Se il futuro - ha concluso - è quello delineato dalla Fieg, è cioè di adattarci, per dirla con gli editori, "alle profonde trasformazioni della società", dobbiamo allora essere più onesti e responsabili nel comunicare ai nostri ragazzi che scegliendo questi corsi, non troveranno mai spazi occupazionali se non quelli della precarietà a vita e dello sfruttamento". (AGI)

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