La Federazione della Stampa esprime grande soddisfazione per la partecipazione compatta, come raramente è accaduto, dei giornalisti dei quotidiani, delle agenzie di stampa, degli uffici stampa e degli altri settori interessati, allo sciopero dei giornalisti che si è svolto venerdì e ieri in tutta Italia
La volontà di affermare il diritto al negoziato contrattuale ha prevalso in quasi tutte le testate, con una partecipazione all’astensione dal lavoro che nella grande maggioranza dei casi ha superato il 90 per cento. Alcune testate che in precedenti scioperi contrattuali sono state in edicola, stavolta sono state costrette a saltare il numero, mentre quelle poche uscite sono state pubblicate incomplete e con un contenuto informativo dequalificato anche perchè la maggioranza dei colleghi anche di queste testate ha aderito allo sciopero. Riteniamo che la Federazione degli Editori debba seriamente riflettere sull’esito di questa prima tornata di scioperi autunnali dei giornalisti e che debba accogliere immediatamente l’invito del Ministro del Lavoro a riprendere il confronto contrattuale. Raccogliendo così anche la sollecitazione del Presidente della Repubblica. La Federazione della Stampa prosegue infatti con le iniziative di lotta: sono ormai in corso in molte testate periodiche gli scioperi tendenti a far saltare il numero dei settimanali la cui uscita è prevista per i prossimi giorni. I giornalisti dei quotidiani, delle agenzie di stampa e degli altri media torneranno a scioperare giovedì 5 e venerdì 6 ottobre prossimi, mentre venerdì 6 e sabato 7 ottobre si fermeranno i colleghi di tutto il settore dell’emittenza radiotelevisiva nazionale pubblica e privata. Il terzo e quarto sciopero nelle televisioni e nelle radio è già previsto per il 24 e il 25 ottobre. La Federazione della Stampa esprime ancora una volta il rammarico di aver dovuto ricorrere ad iniziativa sindacali che riducono fortemente l’informazione nel nostro Paese in una fase così difficile della vita sociale, economica e politica. Vi siamo costretti per l’intransigenza e miopia delle controparti editoriali le quali non dimostrano senso di responsabilità di fronte ad azioni di lotta che nelle prossime settimane potrebbero intensificarsi ulteriormente.